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Marco Travaglio contro Gaia Tortora: "Mi ha mandato affanc***, cosa mi sarei aspettato il giorno dopo"

Giulio Bucchi
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Dal Coronavirus al Cazzatavirus. Marco Travaglio non dà particolare prova di sensibilità e infierisce su Gaia Tortora. La vicedirettrice del TgLa7 qualche giorno fa l'aveva testualmente mandato "affancu***" per aver fatto un'affermazione piuttosto forte: "Non c'è nulla di scandaloso se un presunto innocente è in carcere: è la legge che lo prevede". Un trionfo manettaro indigeribile per molti, ma soprattutto per la giornalista di La7, il cui padre Enzo Tortora finito in carcere da innocente ci ha rimesso carriera, onore, salute e, infine, la vita.   Leggi anche: "Al peggio non c'è mai fine". Gaia Tortora smaschera Travaglio: "Che sms privati mi sta mandando" Ma Travaglio all'onore (il suo) ci tiene e dunque nel suo editoriale sul Fatto quotidiano di sabato torna sul punto ribaltando l'accusa: è la Tortora a non aver capito nulla, facendo la figura del "ciuccio", perché in punta di diritto, spiega il direttore, "tutti i detenuti in custodia cautelare sono considerati presunti innocenti". Dunque, un "presunto innocente in carcere" non deve impressionare. "Mi aspettavo - è il lamento di Travaglio - che qualche giurista o commentatore o giornalista che conosce la differenza fra carcere per custodia cautelare (durante le indagini o il processo) e per espiazione pena (dopo la condanna definitiva), se voleva intervenire anziché tacere per carità di patria, spiegasse alla signora che la mia era un'ovvietà descrittiva di un principio cardine del nostro ordinamento: la presunzione di non colpevolezza fino a condanna irrevocabile, fra l' altro sempre invocata dai garantisti veri o presunti. Invece tutti, ma proprio tutti quelli che sono intervenuti erano già irrimediabilmente contagiati dal Cazzatavirus: infatti hanno solidarizzato con l'insultatrice anziché con l'insultato". 

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