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Alessandro Sallusti e il bonus ai 5 deputati: "Un regolamento di conti, Inps al servizio del governo"

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Cinque deputati sono finiti sul banco degli imputati per aver intascato il bonus da 600 euro dell’Inps, sfruttando la legge scritta con i piedi dal governo presieduto da Giuseppe Conte. Le colpe di tale vergogna sono diffuse, anche se i furbetti del bonus sono ovviamente quelli da condannare senza se e senza ma: in un momento storico come questo hanno commesso una bassezza infinita, oltre che un atto scandaloso e immorale. Attenzione però anche agli altri protagonisti di questa storia: “L’Inps non è uno spettatore neutro della partita politica - sottolinea Alessandro Sallusti nell’editoriale pubblicato nell’edizione odierna de Il Giornale - è un attore al servizio del governo, che per di più nel film Covid ha recitato una pessima parte, dando prova di non essere all’altezza del ruolo, per esempio nell’erogazione della cassa integrazione. Possibile quindi che la decisione di rendere noto il misfatto faccia parte di un regolamento di conti che poco ha a che fare con la morale, e il fatto che Di Maio sia stato il più lesto a saltare sullo scandalo è un indizio in tal senso”. Ovviamente non cambia la gravità di ciò che è successo, al punto che Sallusti invita i cinque deputati furbetti ad uscire allo scoperto: “Non sperino di cavarsela con semplici e patetiche scuse o arzigogolate spiegazioni. Gente così, chiunque sia, non può stare in Parlamento un giorno in più”. 

 

 

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