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Luigi Di Maio, Gianluca Veneziani ironizza sull'abbronzatura: "Giggino l'Africano, versione rimodernata del vecchio Scipione"

Gianluca Veneziani
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Ammazza, che abbronzatura atomica. Forse voleva la pelle nera, forse voleva risultare A A Abbronzatissimo, giusto per citare due vecchi tormentoni estivi. Fatto sta che Giggino Di Maio è diventato nero, nero, nero come il carbon, grazie a una prolungata e intensa esposizione ai raggi solari (escludiamo sia stata la Raggi a farlo incazzare nero). Nell'incontro di due giorni fa con l'omologo cinese, il nostro ministro degli Esteri si è presentato scuro in volto: no, non c'entrava il disappunto per i tanti guai causati dalla Cina in questi mesi; era solo l'effetto di una tintarella ai limiti dell'ustione. Immaginiamo lo straniamento del ministro cinese che deve aver creduto di aver sbagliato Paese e di stare stringendo accordi con uno Stato sub-sahariano. 

 

 

Noi, chiariamo subito, parliamo per invidia perché, pur essendo terroni come Giggino e altrettanto ben muniti di melanina, forse non abbiamo mai raggiunto livelli tanto eccelsi di annerimento corporeo. Nondimeno ci piacerebbe comprendere le ragioni politiche per le quali Di Maio potrebbe essere diventato devoto del dio Sole, dopo essere stato a lungo adepto di 5 Stelle. Innanzitutto, il ministro degli Esteri con delega all'Abbronzatura potrebbe aver voluto fare uno spot, neanche troppo occulto, all'immigrazione, atteggiandosi a immigrato pure lui. Molti meme che circolano sui social lo rappresentano a bordo di un gommone, infiltrato clandestinamente tra i clandestini; oppure come il perfetto sostituto di una modella senegalese che in questi giorni ha posato in tipici abiti sardi. La differenza tuttavia è che mentre gli immigrati, quelli veri, arrivano su barconi di fortuna, Di Maio ha aumentato la pigmentazione della sua pelle standosene comodamente a bordo di un barca super-lusso. In ogni caso, pare palese la sua volontà di fingersi un cittadino del Continente Nero e di presentarsi come Giggino l'Africano, versione rimodernata del vecchio Scipione. Di Maio vuò fa' l'africano, in modo da sperimentare personalmente, diremmo sulla sua pelle, la battaglia a favore dello ius soli. Che, nel suo caso, è più che altro uno ius solis. Cioè, il diritto di prendere il sole. La seconda ipotesi è che il ministro, avendo ormai perso ogni reputazione e non potendoci più mettere la faccia, abbia deciso di mascherarsi, di spacciarsi per un altro, come faceva Totò in Totòtruffa, fingendo di essere l'ambasciatore del Catonga. Così Giggino, per rifarsi una verginità politica, se ne va in giro sotto le mentite spoglie di Obama, giovane, bullo e abbronzato, o come esponente di punta e di colore del governo Conti, nel senso di Carlo Conti. La terza ipotesi succosa è che la sua abbronzatura sia un segno politico di tutt' altra direzione, ossia il manifesto della sua intenzione di buttarsi a destra. Con questa tintarella presa in barca Di Maio sembra avere tutti i requisiti per fare concorrenza a Gianfranco Fini, che era solito tornare dalle vacanze con la pelle bruciata, prima di bruciarsi la carriera. Ma più probabilmente quello di Giggino è un nero nostalgico che allude alla Faccetta Nera e alla Camicia Nera, e sia la conseguenza di un contatto familiare, ramo paterno, con la Fiamma (tricolore). Qualunque sia la ragione di questa trasformazione cromatica, non possiamo che restare ammirati. Di Maio, nella disciplina Cattura Raggi Solari e Annerimento Corporeo, è indubbiamente il miglior ministro nella storia della Repubblica italiana. Sì, potrà sbagliare qualche congiuntivo, non avere la benché minima competenza in politica estera, fare strafalcioni in storia e geografia, ma come viene baciato dal Sole lui 'O Sole Mio si fece 'O Sole e' Di Maio. Il capolavoro si completa a tarda serata con un post su facebook griffato dallo stesso Di Maio: «Ragazzi... prometto che la prossima estate metterò la crema 50. E grazie per avermi reso questa giornata più leggera». In foto, alcuni dei suoi fotomontaggi più riusciti.

Ora resta solo da capire cosa ci sia sotto l'abbronzatura. Qualcuno sostiene di avere intravisto vaghe tracce di materia grigia, non ancora abbrustolita. Altri affermano esserci un'epidermide giallorossa, come omaggio al governo e alla bandiera cinese. Di certo, quando tornerà nella sua Pomigliano d'Arco, tutti lo omaggeranno, credendo si tratti di un nuovo bimbo venuto alla luce della politica. «È nato nu criaturo, è nato niro, e 'a mamma 'o chiamma Giggino, sissignore, 'o chiamma Giggino». La Tammurriata Nera (con abbronzante).

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