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Massimo Cacciari sull'ipotesi Giuseppe Conte agli Esteri: "Spero gli sia rimasta la faccia, per il suo bene"

Massimo Cacciari

Francesco Specchia
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Professor Massimo Cacciari, nonostante lei abbia definito il perimetro allargato del probabile prossimo governo "un pastrocchio inenarrabile", avverto nella sua voce una lieve incrinatura d'ottimismo. Il che è raro. Draghi ce la farà? «Bah, è una maggioranza Arlecchino. Il Pd con Berlusconi, Renzi, i 5Stelle e la Lega dopo quello che si sono detti. Certo, poi c'è sempre l'ipocrisia del "guardiamo i programmi", ma alla fine, come dissi, neppure l'ombra di elezioni anticipate. Sì, penso che Draghi reggerà l'emergenza».

Cioè, lei non vede un governo Draghi per le riforme strutturali, ma soltanto per le emergenze, piano vaccinale e gestione del Recovery Fund?
«Guardi, in realtà la decadenza di questo Paese è inarrestabile, io sto parlando per espiare, per salvarmi l'anima, ma è così. I politici devono mettersi in testa di apparecchiare una fase Costituente che rifondi tutto, a partire da quelle riforme strutturali che Draghi conosce bene ma che sa benissimo che non potrà fare».

Ecco. Quel che mi piace di lei, professore, è questo girare intorno alle cose, il detto/non detto, il sottintendere... «Non prendiamoci in giro. È impossibile che gli facciano mettere mano alle riforme di sistema, all'assetto regionalistico scassato e fonte di sperperi inenarrabili, alla Pubblica amministrazione incrostata da burocrazia, a fisco e una giustizia assurdi, le solite cose. Ergo, Draghi farà l'emergenza (che è tantissimo): sveltirà la campagna vaccinale, ci farà avere i soldi del Recovery Fund, laddove prima non era detto. E ci porterà, senza riforme strutturali, all'elezione del Presidente della Repubblica, dove verrà eletto proprio lui da tutto il Parlamento».

Quindi la scelta di Mattarella su Draghi non è stata, in fondo, una buona idea?
«Tutt' altro. Non ho avuto il piacere di conoscere Draghi, ma è chiarissimo anche ai sordi e ai ciechi che Mattarella ha fatto la scelta migliore che potesse fare. E, in realtà, s' è creata una piattaforma di consenso trasversale che ha ovviato al fallimento dei partiti. L'unica a non starci sarà la Meloni, alla quale bisogna attribuire la coerenza, a differenza di altri, leggermente impudichi».

Secondo alcuni se la Lega accettasse il sostegno a Draghi potrebbe trarne vantaggio nel rapporto con la Ue, e uscire dal cliché sovranista. Condivide?
«Non c'è dubbio. Se c'è un solo partito che, bisogna ammettere, agisce unito, è la Lega. Ha una classe dirigente di esperienza, una grande base territoriale. E il loro accanimento antieuropeo mi sembra cosa passata; Draghi può dare a Salvini - che fino a poco fa rifiutava i danari della Ue - una legittimità europea».

Dicono che Grillo sia sceso apposta per trattare con Draghi un posto da ministro degli Esteri per Conte. Le pare una scelta congrua?
«Ma come si fa a mettere Conte agli Esteri? È come se Letta avesse elemosinato un posto nel governo Renzi: un presidente defenestrato che accetta uno strapuntino? Suvvia. Spero che a questi signori sia davvero rimasta una faccia, lo dico per il loro bene».

Quando Zingaretti ha fatto capire a Draghi, pur senza porre veti, che la Lega in maggioranza sarebbe inopportuna, Draghi ha risposto: «La sintesi la faccio io». Il Pd se la farà andar bene?
«Se c'è una cosa sicura è che al Pd Draghi potrebbe fare passare di tutto, anche un'alleanza con i nazisti. E, in fondo, è anche un bene per il Paese, il mettersi a disposizione per evitare lo sfascio. Semmai servirà una discontinuità col governo precedente».

Lei non crede che i leader politici debbano entrare in quest' esecutivo?
«Beh, si farebbero del male da soli. Fossi in loro direi a Draghi: "Fatti tu il tuo governo, ti diamo assoluta carta bianca senza volere nulla". Ma siccome sia io che lei sappiamo benissimo che poltronarum sacra fames dominante (vezzosa parafrasi da Virgilio, ndr), le poltrone innanzitutto, tutto questo non accadrà mai».

Quindi i politici entreranno. Mi fa qualche nome?
«Se proprio devo. A parte che io lascerei Lamorgese così Salvini se la mette via del tutto, Manfredi e Sileri che promuoverei ministro della Salute. Ma le pare che Giorgetti non possa stare insieme a un dc di lungo corso come Franceschini? Ma vedrei anche bene un Orlando con - chessò - con Tajani. Perché no? Sono educati, di bella presenza. Tanto poi decide Draghi».
E l'Economia? Con Draghi chiunque vada lì rischia di fare il palo
«Infatti io darei direttamente l'interim a lui».

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