Non è l'Arena, Alessandro Orsini punta il dito: "Io un combattente, loro dei vigliacchi"

lunedì 25 aprile 2022
Non è l'Arena, Alessandro Orsini punta il dito: "Io un combattente, loro dei vigliacchi"
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Come promesso, Massimo Giletti ospita Alessandro Orsini. Il conduttore di Non è l'Arena manda in onda su La7, nella puntata di domenica 24 aprile, un faccia a faccia con il professore di Sociologia del terrorismo. "Mi hanno detto che non dovrei ospitarla - premette il conduttore -, io sono preoccupato per questa storia, l’ho già vissuta nel periodo del Covid. Chi ha una posizione diversa allora deve starsene fuori". Da qui il discorso sulla democrazia: "Credo si differenzi dalle democrature proprio perché questa è la nostra libertà, la bellezza della nostra democrazia è confrontarsi, ma soprattutto non aver paura di confrontarsi. Per confrontarsi bisogna essere all’altezza. Le hanno dato del putiniano, del filo-fascista, del para**o, del fenomeno da baraccone e potrei continuare. Io ho detto prima che lei è un po' eretico, l’hanno messa abbastanza sul rogo".

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Affermazioni che servono su un piatto d'argento la replica dell'esperto di geopolitica: "Io non mi riconosco molto in questa metafora - premette -, l’immagine dell’eretico sul rogo è un’immagine che indica debolezza, a volte gli eretici imploravano pietà. Mentre io mi sento un combattente nel mondo della cultura, e dopo due mesi sento che ho sconfitto tutti i miei nemici".

Orsini fa qualche passo indietro, ricordando la polemica scaturita per il suo compenso a CartaBianca: "Se guarda ciò che è successo in questi ultimi due mesi e passa in rassegna uno per uno i nomi che mi hanno calunniato, che hanno cercato di impedirmi di andare in Rai, che hanno cercato di mistificare le mie parole io ho sconfitto tutte queste persone. È possibile che perderò questa battaglia, non posso immaginare i miei avversari che cosa faranno, in genere i miei nemici sono dei grandissimi vigliacchi e delle persone molto scorrette, ma in questo momento sono dominante nel campo di battaglia che è la cultura. L’immagine del rogo - conclude - non corrisponde esattamente a quello che sono e a quello che sto facendo".

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