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Donna Assunta, quando umiliò Fini per la casa di Montecarlo: "Almirante non aveva cognati"

Gianfranco Fini e Donna Assunta

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Fu proprio lei, Assunta Almirante, già da moglie di Giorgio, a "imporre" ne 1987 Gianfranco Fini come segretario del Msi. Una decisione di cui poi si pentì, "sfiduciandolo" dopo la svolta di Fiuggi, ricorda Il Giornale, e ripudiandolo quando, a fine luglio 2010, esplose lo scandalo della casa di Montecarlo lasciata in eredità al partito dalla contessa Anna Maria Colleoni, e finita svenduta per 300mila euro a una serie di società offshore, che avevano scelto come inquilino Giancarlo Tulliani, il fratello della compagna del fondatore di An, Elisabetta Tulliani.

 

 

Il caso della casa di Montecarlo spaccarono la destra e portò alla nascita di Futuro e Libertà. Intanto un documento del governo di Saint Lucia, l'isola caraibica sede delle offshore (Printemps, Timara, Jaman Directors), attestò che proprio il cognato Tulliani era il proprietario di fatto di quelle società, e quindi della casa. Ma quella era solo la punta dell'iceberg di una inchiesta per maxiriciclaggio connessa a Francesco Corallo, re delle slot. Alla fine della vicenda Fini si diede del "cogli***" e nel 2018 fu rinviato a giudizio per riciclaggio con i Tulliani per aver trasferito fondi del gruppo Corallo a società offshore. 

 

 

Allora Donna Assunta lo condannò politicamente e moralmente. Il suo "prediletto", disse, doveva restituire tutti i soldi alla fondazione An, e ricordò che Giorgio Almirante, "non aveva cognati", tanto da trasferire subito al partito "altri appartamenti" donati dalla stessa contessa Colleoni. Infine, su Fini sentenziò: "Vorrei non averlo mai conosciuto".

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