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Non è l'Arena, Massimo Giletti avvelenato? "A Mosca era da solo...", il sospetto di Myrta Merlino

Gianluca Veneziani
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Myrta Merlino è la persona più autorizzata a commentare quanto accaduto due giorni fa a Non è l'Arena: era ospite in studio a Roma, mentre Giletti era in diretta da Mosca; ed è stata lei la prima ad accorgersi del malore del conduttore e la prima a prendere le distanze dalle parole pronunciate dalla portavoce di Lavrov, Maria Zakharova, nell'intervista.

Merlino, perché ha accettato di essere ospite del programma, nonostante sapesse dell'intervista?
«C'è un elemento di squadra. Sono un volto di rete. Se c'è una puntata complicata con un collega nonché amico che conduce da Mosca e mi viene chiesto da lui, dal direttore di rete e dall'azienda di partecipare, do una mano. Sapevo che avermi in studio sarebbe stato per tutti una garanzia in più».

L'intervista alla Zakharova si poteva evitare?
«Penso che sentire che voci che non ci piacciono sia un pezzo del nostro mestiere. Deve essere un imperativo categorico per noi dare voce a tutti ed essere strumenti affinché gli spettatori si facciano con la loro testa l'idea di quanto sta accadendo. Per questo ero interessata a ciò che avrebbe detto una donna così potente in Russia: volevo capire quale visione del mondo avesse e quali spiegazioni avrebbe dato sulla guerra».

 

 

Ma non c'era da aspettarsi che avrebbe dato solo fiato alla propaganda russa?
«In realtà mi ha molto deluso che abbia eluso le domande, non rispondendo nel merito. Pensavo che avrebbe parlato della guerra cominciata con l'invasione della Russia del 24 febbraio. Invece ha parlato solo di ciò che è accaduto prima, della guerra in Donbass nel 2014, di Serbia, Siria. E poi l'ha buttata in caciara, riempiendoci di insulti, e accusando Giletti di essere un bambino. È stata solo un'attività di propaganda violenta. Ieri ho avuto la conferma che lo sforzo di avere un dialogo con persone del Cremlino è inutile».

Non accetterebbe, quindi, più di essere ospite in una puntata in cui è intervistato anche un esponente del governo russo?
«Sì, non ho alcuna voglia di rincontrare la Zakharova. E, in generale, credo non valga la pena parlare con una voce dell'esecutivo di Mosca se questi sono i presupposti, e cioè se non c'è alcuna volontà di capirsi e si negano alle radici le cause di questa guerra».

Il direttore Sallusti ha lasciato il programma definendo l'intervista «un asservimento totale alla peggiore propaganda».
«Io rispetto molto Sallusti, non ha i paraocchi. Ma mi spiace che abbia abbandonato la puntata. Il semplice fatto che fossero ospiti persone libere come lui o Fiano dovevano rassicurarlo che non ci saremmo asserviti alle parole della Zakharova».

Almeno la puntata ha avuto un merito, cioè mostrare a che punto possa arrivare l'aggressività comunicativa russa?
«Credo che abbia messo in luce i trucchi retorici, le furbizie e l'arroganza dei portavoce della propaganda russa. E, solo se conosciamo cosa sia la propaganda di Mosca, possiamo sviluppare gli anticorpi per reagire».

 

 

Come giudica il modo in cui Giletti ha condotto l'intervista?
«Non sono abituata a dare patenti sull'operato dei colleghi. Credo semmai che Giletti sia stato fin troppo educato di fronte all'aggressività sgradevole della Zakharova, però le domande le ha fatte tutte».

Nei talk non dovremmo però dare più spazio ai dissidenti russi?
«Dobbiamo dare spazio a tutte le voci. Io a L'aria che tira ho invitato due giornalisti della Novaja Gazeta, oppositori di Putin, e un russo che lavora col Santo Padre per portare il messaggio di pace in Russia. L'importante per noi è verificare sempre e rifiutarsi di prendere per buone a cose che sono il ribaltamento della realtà».

Il Corriere ha pubblicato un elenco di filo-putiniani, sulla base di un'indagine conoscitiva del Copasir (che però ha negato di aver fornito l'elenco). Sono liste di proscrizione?
«Non mi è piaciuto quando il Copasir ha messo bocca nella composizione degli ospiti dei talk show. L'ho considerata un'ingerenza ridicola Dopodiché il Corriere in questo caso ha avuto una notizia: che doveva fare, non pubblicarla?».

Ha sentito Giletti dopo la puntata? Come sta?
«Fortunatamente si è già ripreso. Quando ho visto Massimo svenire, ho avuto la sensazione che le due persone accanto a lui non lo sorreggessero. Non dico che ho pensato che fosse stato avvelenato, ma non si sa mai, era in Russia, da solo...». 

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