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Maria Giovanna Maglie candidata? Le indiscrezioni: con chi può correre

Salvatore Dama
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L'altro giorno a Pesaro è stata festa grande. Il sindaco Matteo Ricci in piazza D'Annunzio ha inaugurato un monumento particolare. Non una statua, ma un casco di 3 metri per 3. Quello di Valentino Rossi. Il nove volte campione del mondo è nato da queste parti (a Tavullia) e ha un rapporto speciale con la città. Anche se Vale ha reagito con una battuta un po' così («Ho sempre sognato un ca..sco così grande»), Ricci, coordinatore di tutti i sindaci del Partito democratico, era felicione. Il suo sogno suo e di Enrico Letta sarebbe quello di avere Rossi in lista. Ma l'ex pilota di moto non ci pensa proprio. Primo, perché la sinistra non fu affatto tenera con lui quando inciampò in un problema col fisco. Secondo: Valentino ha chiuso con le moto, ma ha cominciato a correre con le Gt, le auto da gran premio. La politica, se mai sarà, può aspettare. La corsa di Letta invece è un'altra. Quella ad accaparrarsi qualche grande influencer che lo aiuti nella rimonta al centrodestra. Perché la novità delle elezioni 2022 è questa.


GLI INFLUENCER
Nella scelta dei candidati, oltre a valutare il curriculum e il casellario giudiziario, si guarda anche al numero di follower. Ma i grandi influencer non si fanno fregare. Sanno che prendere partito vuol dire dividere la propria base di seguaci, perdendone un tot per strada. Kabhi Lame, Fedez, Chiara Ferragni hanno finora scansato le avance dei dem, impegnandosi in alcune campagne politiche, però solo quelle facilmente monetizzabili. Stavolta poi compilare le liste elettorali sarà davvero difficile, a causa della riduzione del numero dei parlamentari (da 945 a 600), e c'è davvero poco spazio disponibile per diversificare. L'altro plus richiesto ai candidati è l'affidabilità: usciamo da una legislatura con il record di cambi casacca: 415. Ma rimaniamo in casa Pd. Che, per effetto della riforma, rispetto al 2018 dovrebbe perdere una quarantina di deputati e una ventina di senatori. L'intenzione allora è valorizzare un po' di amministratori locali, lasciando poi spazio (poco) alla società civile. Si parla del governatore del Lazio Nicola Zingaretti, degli ex sindaci Andrea Gnassi (Rimini), Achille Variati (Vicenza), Stefania Bonaldi (Crema), Andrea Pascucci (Cerveteri); della vice presidente della Regione Emilia Romagna Elly bero arrivare le ex leader Cisl e Cgil Annamaria Furlan e Susanna Camusso, quest' ultima in quota Articolo 1. Dal mondo accademico l'economista Antonio Nocita e dallo sport l'ex ct del volley Mauro Berruto.

 

 


Poi ci sono i cosiddetti paracadutati. Letta potrebbe essere costretto a dare ospitalità a Luigi Di Maio e all'ex capogruppo grillino Davide Crippa, ma le sedi locali del partito hanno già detto «non se ne parla». D'altronde gli esuberi dei 5Stelle saranno una marea, visto che il Movimento ha deciso di tener fede alla regola dei due mandati senza deroghe. Le liste saranno molto rinnovate, si ripartirà da Giuseppe Conte, Chiara Appendino, Virginia Raggi, Alessandro Di Battista. Una new entry potrebbe essere l'ex sindaco di Napoli Luigi De Magistris, che ha proposto un accordo tra il suo mini-partito e M5s. Ma sarà comunque un'ecatombe. Sondaggi alla mano i grillini sono in predicato di passare dai 339 parlamentari del 2018 a una cinquantina. La cura dimagrante tocca a tutti (meno Fratelli d'Italia). Forza Italia punta alla ricandidatura di tutti gli uscenti. Ne saranno eletti più o meno la metà. Le novità sono: la candidatura di Silvio Berlusconi al Senato, palazzo lasciato dopo la decadenza del suo seggio nel 2013; la presenza in lista di Antonio Tajani per la prima volta in Italia (è stato sempre eletto al Parlamento europeo); l'arrivo in extremis di Valentina Vezzali, l'ex schermitrice aveva già fatto un giro alla Camera nel 2013-18 con Monti.

 

 


CALCOLI
Discorso più o meno analogo va fatto per la Lega che, per effetto del taglio dei parlamentari, rischia di perdere una sessantina di seggi. Matteo Salvini punta a una generalizzata riconferma di tutti gli uscenti in lista. Alcuni ce la faranno, altri no. Nuovi innesti potrebbero arrivare dagli enti locali o dal mondo del giornalismo. Girano i nomi di Maria Giovanna Maglie. Tutt' altro clima si respira in Fratelli d'Italia, dove i seggi possono più che triplicare, al netto di un nuovo Parlamento in versione mignon. Giorgia Meloni pescherà nella classe dirigente locale, tra amministratori in carica ed ex, come il già primo cittadino di Verona Federico Sboarina. Ma il vivaio del partito non basta. Arriveranno anche nomi noti della società civile. Al riguardo si setacciano i panel dell'ultima assemblea programmatica e si ipotizzano idee: Carlo Nordio, Marcello Pera, Giulio Tremonti, l'imprenditore Matteo Zoppas. E si parla con insistenza anche del direttore d'orchestra (declinato rigorosamente al maschile) Beatrice Venezi.

 

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