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Chiara Valerio, ora pure i femminicidi sono colpa della destra: l'ultima sparata

Pietro Senaldi
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Tra gli intellettuali di sinistra è partita la gara per riempire il vuoto lasciato da Michela Murgia. Regola unica per la competizione: vince chi manganella più a casaccio il governo e la sua area di riferimento. La competizione è stata lanciata elegantemente da Roberto Saviano, dal pulpito funerario della scrittrice, quando ha detto: io sono come lei, ci consolavamo insieme, siamo stati uniti da quello che ci hanno fatto, maledetti giornali sovranisti. La sfida è stata raccolta da Chiara Valerio, letterata scatenata che ieri ha prestato la propria firma a sostegno di una tesi stravagante.

 

 

 

IDEA STRAMPALATA

Se ci sono i femminicidi, la colpa è del fatto che gli italiani votano male, sostiene la signora, perché hanno scelto un governo che si sforza di combattere l’immigrazione clandestina ma non ha preso provvedimenti contro la violenza sulle donne, che è problema culturale, quindi che riguarda la società. E siccome la società è più di destra che di sinistra, le donne che muoiono sono colpa della Meloni, ecco servita la chiosa. Perché se a Palazzo Chigi ci fossero Schlein o Conte- questo non è detto ma sottinteso -, gli uomini non ammazzerebbero più le loro compagne che li scaricano. Quanto ai magistrati, che ignorano gli allarmi e le denunce delle future vittime, sono cose che capitano, non è il cuore del problema.

La tesi è smentita da tutte le statistiche e la Valerio, che risulta laureata in matematica e calcolo delle probabilità, dovrebbe saperlo; anzi, sicuramente lo sa ma le torna utile ignorarlo, tanto ormai fa un altro mestiere. L’Italia in Europa ha un tasso di femminicidi pari a 0,32 ogni centomila abitanti, sensibilmente inferiore a Germania, Francia, Finlandia, Belgio, Olanda e tutti quei Paesi, casualmente governati dalla sinistra, che probabilmente la letterata giudica dotati di una società più avanzata della nostra. Solo in Spagna, a Malta e in Grecia, nazioni dove peraltro la maggioranza degli elettori è di centrodestra, le donne rischiano meno che da noi. Non solo, le uccisioni sono in calo tendenziale da decenni (da 187 del 2002 a 125 del 2022), e questo indipendentemente da chi sia al timone del Paese. Fuori Europa, dall’America all’Asia, va naturalmente molto peggio.

Beninteso, non che si voglia nascondere il problema sotto il tappeto, però politicizzarlo è la peggior cosa che si può fare, perché non solo lo banalizza, ma lo ridicolizza pure. Questa accusa a chi vota centrodestra di armare la mano degli assassini di donne pone tre questioni. La prima è, come dire, culturale: perché gli intellettuali di sensibilità progressista sentono il bisogno di buttare ogni cosa in politica, quasi avvertissero la pratica come un elemento facilitatore della loro carriera? Gli interessati sostengono che l’impegno civile è un tributo che si sentono di dover pagare al proprio talento divulgativo.

La verità pare piuttosto che schierarsi sia una scorciatoia per meglio affermarsi professionalmente e pur di schierarsi non si rinuncia a sostenere balle e scemenze, perché la professione di fede conta più della logicità del ragionamento. La seconda questione è politica. Pare ormai chiaro che per screditare il governo vale tutto. Se scoppiano guerre e carestie in Africa e aumentano i profughi, è colpa della Meloni, come se un uomo scaricato ammazza la moglie o un benzinaio fissa un prezzo sconsiderato in autostrada. Anche i salari bassi sono colpa del centrodestra, e non del sindacato che li ha contrattati o degli esecutivi precedenti che, a differenza di questo, non si sono mai posti il problema, perché per loro la priorità era stipendiare chi non lavora. È una tecnica di delegittimazione selvaggia che pare il solo collante che tiene insieme l’opposizione, una sorta di campagna elettorale lanciata a più di quattro anni dal voto, un investimento a lunga scadenza. Non serve al Paese, non mette in difficoltà il governo, vedremo nel 2028 quali frutti porterà a Schlein e compagni.

 

 

 

QUESTIONE MORALE

La terza questione è morale. C’è una parte dell’opinione pubblica, minoritaria e in modo semplicistico definibile di sinistra, che si ritiene umanamente superiore a chi la pensa diversamente. Forse quella della Valerio e di quelli come lei non è propaganda, come parrebbe; è possibile che ci sia gente davvero convinta, contro ogni evidenza, logica e dato storico, che se governasse la sinistraci sarebbero meno femminicidi, la benzina costerebbe poco e l’Africa non produrrebbe disperati ma grandi risorse. È difficile a credersi, ma probabilmente la realtà è davvero così ottusa. Tra noi vivono talebani convinti di essere portatori del bene e della felicità, persuasi che il male sia solo altrove e che se, per caso, uno che ammazza la moglie aveva votato Pd non è perché è un assassino ma perché si è fatto contagiare dall’idea di società patriarcale diffusa dal centrodestra, dominante oggi in quanto c’è la Meloni al governo e ieri in quanto c’era sempre lei, ma all’opposizione. L’importante è saperlo. Più uteri in affitto e meno femminicidi per tutti: sarà questo lo slogan elettorale della sinistra al prossimo giro?

 

 

 

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