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Chico Forti scrive ad Amadeus: "Portami a Sanremo"

Alessandro Dell'Orto
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«Caro Amadeus... per un simpatizzante di Mozart come me l’inizio non è male». Chico Forti non perde il gusto per la battuta e il sorriso, mai, e la sua energia ti rapisce - coinvolgendoti - sia che ti parli al telefono o ti scriva una mail. Anche se avrebbe tutto il diritto di sentisti stanco, esausto, depresso dopo 23 anni di carcere, trova sempre il modo di guardare avanti e lanciare a se stesso nuove sfide, meglio se molto complicate. Come quest’ultima: portare una sua canzone al prossimo Festival di Sanremo. «Nulla ha stimolato il desiderio di realizzare i miei sogni quanto la parola “impossibile“. Fin da ragazzino quando, arrampicando le Dolomiti, sognavo di cavalcare le più maestose onde dell’Oceano Pacifico che, contrariamente al nome, è tutt’altro che mansueto», racconta l’imprenditore italiano dal Dade Correctional Institution di Florida City, il carcere in cui sta scontando l’ergastolo per l’omicidio di Dale Pike (si è sempre dichiarato innocente) dopo essere stato accusato senza indizi, essere stato giudicato senza difesa, essere stato dichiarato colpevole senza vere prove nel lontano 2000. Per coronare il nuovo sogno apparentemente “impossibile”, Chico ha inviato a Libero una lettera aperta indirizzata ad Amadeus, direttore artistico e conduttore del prossimo Festival di Sanremo in programma dal 6 al 10 febbraio.

«Caro Amadeus, vengo al sodo. Ho un caro amico e sostenitore, che è fotogenicamente e vocalmente dotato, privo di vincoli contrattuali. Si chiama Sergio Calabrò, in arte Joe Calabro (paragonata alla tua scelta di nome la sua, forse, è un po’ semplicisticamente americanizzata... ma così lo era anche Alberto Sordi). Joe ha scritto e musicato una canzone che s’intitola “Chico Forti Sono io”, un mix più che dignitoso di liriche dedicate, bella voce ed assoli di chitarra. A molti miei sostenitori è piaciuta: qui è disponibile nel catalogo istituzionale locale ed è tra le più gettonate. Lascio a te il giudizio musicale: conti alla mano hai dimostrato di saper puntare su cavalli vincenti, o comunque degni di spettacolo. La mia proposta, sogno, offerta, è di far partecipare Joe al tuo Festival. Ovviamene fuori concorso».

 

 

“NOI CHE NON SIAMO SOLI”
Non è tutto, però. Perché è pronto anche un piano B, forse ancora più difficile e proprio per questo più affascinante. «Nell’eventualità che la canzone proposta non fosse per te soddisfacente - continua a scrivere Chico - esiste l’alternativa di “Noi Che Non Siamo Soli”, un’altra canzone, questa però inedita, scritta da me e musicata da Joe specificatamente per Andrea (Bocelli, ndr). Il messaggio nelle mie liriche accomuna due privazioni: la vista per Andrea e la libertà per me». Chico sogna e ci crede. Ma è chiaro e diretto, come sempre. E continua. «La data del Festival coinciderà con il mio 65esimo compleanno (8 febbraio), 24esimo qui dentro. Sarebbe un gran bel regalo. Non sono ipocrita e la partecipazione di Joe, con una mia canzone omonima, aiuterebbe immensamente Amadeus, 61 la mia causa in un momento cruciale. Con la convinzione di poter stringerti la mano, con un abbraccio oltre al messaggio, ti invio un sorriso. Imperterrito sognatore. Chico». Già, un passaggio al Festival che fosse per un brano fuori concorso o anche per un semplice augurio di compleanno - diventerebbe importante per Forti, sempre alla ricerca di modi per sensibilizzare ancora di più gli italiani e la nostra politica al suo caso e alla sua incredibile e allucinante storia.

 


IL COMPLEANNO
Una storia che potrebbe capitare improvvisamente a tutti noi, quella di un italiano che viveva felicemente a Miami, amava la vela e faceva il produttore cinematografico fin quando, nel 1998, senza prove concrete, è stato incolpato di aver ucciso Dale Pike, figlio di Anthony Pike, dal quale stava acquistando il Pikes Hotel a Ibiza. Ed è iniziato un incubo che non finisce mai. E che giorno dopo giorno diventa sempre più pesante da sopportare, soprattutto dopo aver creduto che Luigi Di Maio avesse risolto tutto il 24 dicembre 2020. Sì, perché l’allora ministro degli Esteri del governo Conte annunciò a tutti su Facebook, trionfante: «Ho una bellissima notizia da darvi: Chico Forti tornerà in Italia. L’ho appena comunicato alla famiglia e ho informato il presidente della Repubblica e il presidente del Consiglio. Il governatore della Florida ha infatti accolto l’istanza di Chico di avvalersi dei benefici previsti dalla Convenzione di Strasburgo e di essere trasferito in Italia». Invece no. Nuovi intoppi, problemi, scuse, incomprensioni, faldoni spariti, interrogazioni. E Chico, a distanza di 23 anni dalla condanna, è ancora là, in carcere in Florida pronto a festeggiare un altro Natale tutto solo dietro le sbarre. Ma sempre con il sorriso da sognatore. E la speranza che Amadeus, per il compleanno, gli regali il prossimo Festival di Sanremo. 

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