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Luciano Canfora rincara la dose: "Con Giorgia Meloni tornano gesti neonazisti"

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"Neonazista è una categoria politica, non un insulto": Luciano Canfora lo ha detto in un'intervista a Repubblica, in riferimento alla dichiarazione che gli è costata un processo per diffamazione. Qualche tempo fa, infatti, lo storico definì la premier Giorgia Meloni "una neonazista nell'animo". E per questo il 7 ottobre andrà a processo. Canfora, però, non pensa affatto di averla insultata: "Io non ho detto che è nazista. I neonazisti sono quelli che si richiamano ad alcune ideologie, come la sostituzione etnica paventata dal ministro Lollobrigida, oltreché dal Mein Kampf". 

Secondo lui, inoltre, con la Meloni sarebbero tornati i gesti neonazisti: "Prenda l’inchiesta di Fanpage. Le derive naziste ci sono sempre state solo che con questo governo è diventato lecito esibirle. L’ha ricordato Segre. E io concordo". Canfora ha poi detto di non avere avuto contatti con la presidente del Consiglio: "All’udienza predibattimentale il suo avvocato ha detto che io sono uno stalinista, e siccome Stalin era un criminale notorio, io dovrei essere condannato, suppongo per la proprietà transitiva".

 

 

 

Quando gli è stato fatto notare che una democrazia governata dall'estrema destra non è fascismo, lui ha spiegato: "Però è opportuno occuparsene sin d’ora, cogliendone i pericoli, e discutendone senza impazienze moralistiche. La critica è più utile della retorica". Infine, sulla riforma del premierato non ha nascosto le sue perplessità: "Se passa ci sono le premesse per altri cinque anni come questi". 

 

 

 

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