Libero logo

Elisa in lacrime si aggiunge al vippume pro-Pal

Appello dell'artista su Instagram dopo l’altolà israeliano alle barche della Flotilla: "Portate voi gli aiuti, stanno morendo". Battaglia di idee o passerella?
di Lorenzo Cafarchiovenerdì 3 ottobre 2025
Elisa in lacrime si aggiunge al vippume pro-Pal

(Instagram)

3' di lettura

Ma è una battaglia di idee e di convinzione oppure una passerella? Non serve essere storici per immergersi nella drammaticità del conflitto israelo-palestinese. Eppure, lo stesso discorso vale perla guerra Russia-Ucraina, l’atteggiamento della tifoseria sfrenata non aiuta. Le grida, gli appelli e le magliette in coordinato con la kefiah sembrano il tentativo di auto-assoluzione e l’ennesimo atto di colpevolizzare l’Europa piuttosto che un vero e proprio sentimento nei confronti della causa di Gaza. Le vicende della Flotilla sono sotto i nostri occhi. In queste righe quello che ci interessa sono le reazioni a queste latitudini. Durante la mattinata di ieri scorrendo sull’etere, come la consuetudine di questo tempo richiede, osserviamo le stories dei vip. Chi reclamizza il suo concerto, i suoi gadget e chi invece vuole essere voce dell’attivismo. E in questo frangente ci imbattiamo nella pagina Instagram di Elisa Toffoli. Per tutti Elisa. La cantante triestina è in lacrime col volto contrito.

Ma già dagli hashtag e dalle menzioni del suo video capiamo di cosa si tratta. Della Flotilla bloccata da Israele. Lo studio di registrazione tutto attorno e il piano sullo sfondo. La voce è rotta. Il girato dura circa 15 secondi. «Adesso che hanno bloccato la Global Sumud Flotilla, portateli voi gli aiuti in poche ore. Portate voi gli aiuti, perché stanno morendo». L’appello, in primis, al presidente del Consiglio Giorgia Meloni. C’è qualcosa però di artefatto, non tanto per il trasporto che non mettiamo in dubbio, ma per quel strapparsi le vesti a favore di telecamera. L’agenda impone e allora la grande sorella a reti unificate chiede, davanti ai teleschermi, la propria prova. Il piano sul volto. Un tic che scatta, ma che non ha nessuna attinenza con la realtà. Perché questo isterismo porta realmente aiuti alla causa palestinese? Permette di portare ossigeno e sollievo tra le vie di Gaza? Aiuta nelle trattative con Trump e Netanyahu? No, nulla di tutto questo. Certo bisogna sottolineare che l’operazione portata nel Mar Mediterraneo ha condotto il governo italiano a dover prendere posizione e confrontarsi con una delle guerre più sanguinose lascito del secolo scorso. Ma lo sgomento resta una bandiera falsa.

Flotilla, Elisa in lacrime a Giorgia Meloni: "Allora portateli voi"

"Adesso che hanno bloccato la Global Sumud Flotilla, allora portate voi gli aiuti in poche ore, portateli voi gli a...

Mentre la sinistra disordinata e peciona prova a darsi una dimensione internazionale su quelle barche, cercando di uscire dai meandri del luglio 2001 di Genova, ecco che arriva il pianto. Figlio della stessa famiglia politica che nelle Marche ha cercato di convincere gli elettori marchigiani che quello fosse il tema cardine per i prossimi cinque anni in regione. Così viene svilito tutto e reso pari alla suscettibilità dei social. Dove ogni cosa è morale, dove devi scegliere la battaglia in base al trend del momento. Ma soprattutto coi dettami del bene assoluto contro il male assoluto. Che però, nei fatti, non esiste mai. Quindi viste le lacrime di Elisa Carmen Consoli - come Narciso nelle sue “parole di burro” - è pronta a prendere la sua “imbarcazione e raggiungere Gaza”. Ciak, si gira.

Tornando al 22 settembre erano in corteo, rigorosamente sotto la pioggia, Ambra Angiolini a Milano e Caterina Guzzanti a Roma, mentre a favore di video-selfie gli appelli di Alessia Marcuzzi, Emma Marrone, Noemi, Giorgia, Vasco Rossi, Fabio Volo, Katia Follesa e Paolo Sorrentino. Sembra la lista della spesa dei probiviri. Chissà di tutto questo cosa penserebbe Vittorio Arrigoni. Ma soprattutto il primo europeo morto - ucciso dall’esercito israeliano nel 1968 a 33 anni - dopo essere stato coinvolto nella lotta al fianco del popolo palestinese. Ovvero il belga Roger Coudroy militante della Jeune Europe. Perché non è nel singhiozzo trasmetto sullo schermo contenuto nella nostra tasca che si parteggia per una parte o per l’altra. Sembra un gioco dove i buoni sono radunati qui e i mostri confinati nel buio laggiù. Fateci una cortesia lasciate spenti gli schermi e la vostra mania di dire la cosa giusta, perché spesso e volentieri non lo è.

Elly Schlein, psicodramma-Gaza: Pd, ecco chi la scarica

Due mozioni della maggioranza (una sul piano di Trump, una su Flotilla, Stato palestinese, rilascio ostaggi, Hamas) una ...