Pur di attaccare il governo si tirano in ballo anche i giornalisti sotto scorta, che col governo, ovviamente, non c'entrano nulla. Ma tant'è. A DiMartedì, il programma di approfondimento politico di La7 condotto da Giovanni Floris è stata ospite Serena Bortone.Una rediviva Bortone, la quale dopo i "fasti" della presunta censura ad Antonio Scurati (faccendo ormai più che stagionata) torna a menar fendenti contro il centrodestra. Con accuse che però non reggono,
"Io porto un dato - ha esordito così la giornalista -. Nel primo semestre del 2025 ci sono stati il 76% in più di intimidazioni verso i giornalisti rispetto all'anno precedente. E questo comporto le querele temerarie, richieste di risarcimento danni abnormi, comporta il fatto che ci sono 29 giornalisti sotto scorta per casi di criminalità organizzata. Comporta che ci sono le intimidazioni russe, l'ultima abbiamo avuto l'ambasciata russa al gruppo Gedi... ecco io penso questo. Il segnale di intimidazione ai giornalisti è sempre il primo segnale di decadimento della democrazia", sparacchia la Bortone. Ergo: la democrazia è in crisi a causa delle intimidazioni ai giornalisti. E tutto ciò sarebbe da imputare al governo. Davvero misterioso, soprattutto alla luce del fatto che la Bortone cita anche gli attacchi dell'ambasciata russa a Gedi. Ma che c'azzecca? Ah boh, bella domanda...
Sigfrido Ranucci e la bomba, esplosivo al plastico: la svolta, chi c'è dietro
Gelatina da cava e polvere pirica: questi i materiali dell'ordigno esploso il 16 ottobre all'esterno dell'ab...Non a caso, Francesco Storace - altrettanto ospite in trasmissione - ha ricordato alla collega l'aggressione al quotidiano di Torino a opera degli antagonisti pro-Pal dei centri sociali: "Anche l'aggressione a La Stampa è una intimidazione". "Naturalmente. Condannato, stracondannabile", ha ammesso Bortone. Tutto in cavalleria!




