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Pd, Matteo Renzi fuori controllo: "Alleanze e arriviamo al 40%". Ettore Rosato: "Gentiloni premier? Sì"

Giulio Bucchi
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Mentre Matteo Renzi pensa al 40%, i suoi fedelissimi compagni di partito nel Pd stanno studiando il modo più educato per metterlo da parte. Sia Berlusconi che Di Maio, ha rilanciato il segretario dopo la disfatta in Sicilia - sanno che alle elezioni, se il Pd fa il Pd e smette di litigare al proprio interno, possiamo raggiungere, insieme ai nostri compagni di viaggio, la percentuale che abbiamo preso nelle due volte in cui io ho guidato la campagna elettorale: il 40%, raggiunto sia alle Europee che al Referendum". Su una cosa al Nazareno sono tutti d'accordo, oggi: da solo il Pd si va a schiantare, quindi serve abbassare il capo, dimenticare le umiliazioni e riprendersi in casa alleati scomodi come Pisapia, Grasso, Mdp. Ed Ettore Rosato, che del Pd è capogruppo alla Camera, fa un passo in avanti: "Paolo Gentiloni oggi è a Palazzo Chigi ed è un nome spendibile, ce ne sono tanti di nomi spendibili". In teoria, lo stesso Renzi ha proposto ai suoi di non candidarsi premier per permettere una "alleanza più ampia possibile". Occorre capire se nomi come Gentiloni e Marco Minniti possano essere graditi a quello che, almeno fino a oggi, è il capo del principale partito della sinistra italiana.

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