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Luigi Di Maio non tiene più i suoi. La senatrice "ribelle" Paola Nugnes: "Voto contro il decreto sicurezza"

Matteo Legnani
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Lo strappo all'interno del Movimento 5 Stelle è ufficiale. E non solo perchè la senatrice Paola Nugnes, da sempre la più autorevole rappresentante dell'ala "antigovernativa" dei grillini, si è definita "portatrice della versione originaria, originale, del Movimento che non condivide questa trasformazione alla quale sto assistendo". Ma anche perchè ha detto chiaro e tondo che lei vuole votare "contro il decreto Sicurezza", pur concedendo che se sul provvedimento sarà posta la fiducia si riserva di valutare il da farsi. Il capo politico e vicepremier Luigi Di Maio ha convocato, per le 21.30 di stasera, un'assemblea congiunta per sciogliere i nodi relativi ai dossier più spinosi: dal Tap al decreto sicurezza, passando per la manovra finanziaria. Ma la riunione sarà disertata dalla senatrice Nugnes. "Siamo fuori tempo massimo - spiega - per parlare del decreto sicurezza e per cercare un modo di partecipare e collaborare". Leggi anche: Il retroscena sui ribelli grillini contro Salvini: come vogliono affossare il governo Neanche Elena Fattori e Matteo Mantero (altri due senatori contrari al decreto sicurezza) saranno della partita. La prima "per ragioni personali". Il secondo per motivi di tempo: "Purtroppo hanno spostato l'assemblea a questa sera e non potrò esserci", spiega Mantero. Sul decreto sicurezza la questione dei numeri potrebbe rappresentare un pericolo durante l'esame in aula al Senato, dove il provvedimento approderà lunedì. Tutto, quindi, si gioca su una manciata di voti in quanto i numeri della maggioranza a palazzo Madama non garantiscono ampi margini di sicurezza. M5s e Lega possono contare sulla carta su 6 voti in più rispetto alla maggioranza assoluta: con i 58 senatori leghisti e i 109 pentastellati, il governo ha una maggioranza di 167 voti, la maggioranza assoluta è fissata a quota 161. Al momento i dissidenti M5s usciti allo scoperto sono 4: Matteo Mantero, Paola Nugnes, Elena Fattori e Gregorio De Falco. Se tutti e quattro confermeranno di non votare a favore del decreto, la maggioranza scenderebbe a 163, due voti in più rispetto alla maggioranza assoluta. Sempre che non manchi qualcuno perchè in missione o per motivi di salute...

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