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Giancarlo Giorgetti, la confidenza esplosiva: "Dopo Siri forse ci sono io, a turno toccherà a tutti"

Giulio Bucchi
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L'hanno incastrato. Matteo Salvini è finito nel trappolone di Conte e Di Maio, visto che sul caso Siri pare avere tutto da perdere: se lo difende a spada tratta, potrebbe doversi intestare la colpa di una crisi di governo alla vigilia delle elezioni europee. Se lo molla, mediaticamente i 5 Stelle apparirebbero come i vincitori morali e politici della battaglia. Sarebbe il male minore, certo, ma sempre male. Ma la verità, spiega il Giornale, è che i veri guai potrebbero arrivare. Il primo è alle porte: la rivolta dentro la Lega, con i fedelissimi che non si sentirebbero più "coperti" dal Capitano.  Leggi anche: "Ecco i tre errori di Salvini": Paolo Becchi, fonti riservate: analisi tombale Pesantissima la confidenza di Giancarlo Giorgetti, sottosegretario di Conte e numero due del Carroccio: "Dopo Siri io il prossimo? Non so, può darsi. A turno toccherà a tutti. Io sono tranquillissimo e il governo ha i suoi problemi come potete vedere". E alla domanda su come finirà nel governo, è lapidario: "Non lo so. Io sono un sottoposto, non sono un capo, quindi parlasse il capo". Da settimane Giorgetti appare come uno dei più insofferenti di fronte a questa alleanza con il Movimento 5 Stelle, logorante e sfibrante e che alla lunga potrebbe costare caro in termini elettorali alla Lega. E ora che il suo nome è stato tirato fuori da Di Maio (e da Bobo Maroni) legandolo all'assunzione del figlio di Arata, il faccendiere dell'eolico che ha fatto scoppiare il bubbone Siri, il nervosismo non è più contenibile. Ma anche il governatore della Lombardia Attilio Fontana invita Salvini a "fare una riflessione". 

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