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Giuseppe Conte al Copasir, il retroscena su Matteo Renzi: "Mi dicono che i leghisti sono stati teneri con lui"

Giulio Bucchi
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Il mistero nel mistero. Giuseppe Conte ha affrontato il fuoco di fila di domande sul Russiagate nell'audizione al Copasir e nell'Aula del comitato di controllo parlamentare sui servizi segreti non sono mancate sorprese. "Grillini e Pd lo hanno assecondato - riferisce Augusto Minzolini nel suo retroscena sul Giornale -, il vicepresidente Adolfo Urso di Fratelli d'Italia e il renziano Ernesto Magorno lo hanno tartassato; il presidente del Copasir, il leghista Volpi, è stato molto istituzionale; mentre il rappresentante del Carroccio Arrigoni non è andato giù pesante come si supponeva". GUARDA IL VIDEO - Conte al Copasir, i due punti-chiave che non ha chiarito Una situazione non prevista che, spiega Minzolini, ha fatto sbilanciare Matteo Renzi nei commenti a caldo: "Mi dicono - avrebbe confidato il leader di Italia Viva ai suoi -  che i leghisti si sono contenuti perché Salvini ha paura del Russiagate". Voci fuori controllo, sospetti incrociati, scenari molto fluidi (come quello riportato dal Messaggero sul fatto che Conte avrebbe "protetto" lo stesso Renzi in audizione). Di sicuro, c'è che dopo aver fatto muro a chi lo accusava in aula, Conte uscito dal Copasir ha cominciato a bombardare Matteo Salvini: "Uno che aspira a governare il Paese, che è stato pure ministro dell'Interno, non può esimersi dal chiarire la vicenda russa!". Tutto questo all'ombra della puntata di Report andata in onda lunedì sera e dedicata ai guai del Capitano su cui gravano altri, tanti, dubbi.

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