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Danilo Toninelli e Luigi Di Maio, il video del 2016: "Tagliare i parlamentari per una tazzina di caffè?". Imbarazzo prima del referendum

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Si battevano per il No al taglio dei parlamentari. Addirittura prendevano in giro chi sosteneva la riforma, dicendo che l'unico risparmio annuale per ogni cittadino italiano sarebbe stata una tazzina di caffè al bar. Può sembrare strano, ma stiamo parlando dell'ex capo politico del M5S Luigi Di Maio e di Danilo Toninelli. Nel 2016 si opposero fortemente al referendum costituzionale che costò la carriera a Matteo Renzi, referendum che  - tra le altre cose - prevedeva anche una riduzione del numero dei parlamentari, attraverso un restringimento del Senato. Adesso i due hanno decisamente cambiato idea, definendo il provvedimento come un "doveroso atto di civiltà"

 

 

 

"Votiamo No per difendere la sovranità popolare dei cittadini, perché li dimezzano? Per che cosa, per 90 centesimi, Renzi sta cercando di truffare i cittadini italiani per un caffè, i veri risparmi per un dimezzamento della democrazia sono una tazza di caffè", queste sono le parole di Toninelli tre anni fa, quando diceva che il taglio delle poltrone avrebbe minato la rappresentatività del Parlamento. Cosa che praticamente affermano adesso i sostenitori del No alla riforma tanto cara ai 5S. 

Anche Di Maio ha cambiato idea rispetto a tre anni fa. Nel 2016, infatti, tirava in ballo la storia del caffè e spiegava che per risparmiare gli oltre 50 milioni di euro all’anno previsti dalla riforma di Renzi (numeri vicini alla cifra netta risparmiata con il taglio degli eletti proposto oggi) sarebbe bastato "ridurre i rimborsi spese dei parlamentari e ridurre il parco delle auto blu". Per non parlare del fondatore del Movimento Beppe Grillo, che nel 2016 ricorse anche lui al paragone con il caffè: "Conti alla mano, il risparmio che si ottiene con questa riforma di cui si parla tutti i giorni mentre si ignorano i problemi di chi non arriva a fine mese è di un caffè a testa per ogni italiano". Certo, si può obiettare sul fatto che si tratta di riforme differenti, quella renziana e quella grillina. Ma, stringi stringi, la sostanza non cambia. E i grillini, ancora una volta, perdono la faccia.

 

 

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