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Le Iene, Zingaretti e il mascherine-gate: "Il ruolo di sua sorella", documento esclusivo

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Anche Angela Zingaretti, sorella del governatore della Regione Lazio nonché ex segretario e oggi deputato del Pd Nicola Zingaretti, sarebbe coinvolta nel mascherina-gate che sta agitando le acque nella regione. Le Iene in onda martedì sera su Italia 1 tirano fuori i documenti scottanti di questa (brutta) storia. Siamo nel marzo 2020, in piena prima ondata Covid. La Regione Lazio acquista milioni di dispositivi di protezione personale per 35,8 milioni di euro e anticipandone 14,6 come acconto. Qualcosa però va storto: le mascherine non arrivano se non in minima parte e l'ammanco per le casse regionali è di ben 11,7 milioni di euro. Per questo motivo la Procura della Corte dei Conti ha contestato a Zingaretti e al responsabile della Protezione civile regionale Carmelo Tulumello il danno erariale.

 

 

 

Ci sarebbe però un documento, mostrato da Antonino Monteleone e Marco Occhipinti nel servizio delle Iene, da cui emergerebbe un collegamento indiretto tra l'imprenditore fornitore di mascherine e la sorella di Zingaretti. Tutto gira intorno a Filippo Moroni, imprenditore che propone alla Regione 50 milioni di mascherine a un prezzo decisamente inferiore a quello concordato nel contratto di fornitura della Ecotech di Sergio Mondin. Non riuscendo a contattare la struttura commissariale presieduta da Arcuri né la Regione, decide di affidarsi a un intermediario, il personal trainer di pilates Fabio De Luca. Quest'ultimo è anche il coach di Angela Zingarettti. A questo punto Moroni invia una mail con l'offerta commerciale all'indirizzo della Protezione civile, mettendo in copia lo stesso De Luca e una misteriosa signora Rita. entrambi senza alcun ruolo nell'amministrazione pubblica.

 

 



"Perché mi viene a domandare questa cosa? Ancora co sta storia...", si difende De Luca alle Iene. La sorella di Zingaretti, già avvicinata dagli inviati di Non è l'arena, ha invece spiegato di aver messo solo in contatto due persone. Eppure, secondo la Procura della Corte dei conti, la donna "pur non essendo dipendente della Regione e priva di qualsiasi ruolo ufficiale, svolgeva un ruolo attivo di canalizzazione di possibili fornitori di mascherine, facendo così intendere un coinvolgimento talmente diretto del Presidente della Regione nella gestione delle forniture di mascherine da arrivare a comprendere anche i suoi familiari". Alla fine la trattativa tra la Regione e Moroni non va in porto, con mascherine poi acquistate a prezzi di mercato molto più alti.

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