Il team legale della delegazione italiana della Global Sumud Flotilla chiana e la Procura di Roma risponde. Sono state infatti aperte le indagini «sugli attacchi dei droni, gli arresti illegittimi», i maltrattamenti e gli abusi subiti dagli attivisti» delle diverse imbarcazioni che erano dirette a Gaza prima di essere state bloccate dalla marina israeliana. Le indagini avviate nella Capitale sono contro ignoti e affidate ai pubblici ministeri Lucia Lotti e Stefano Opilio a seguito delle denunce presentate nelle settimane scorse su mandato di 36 attivisti che avevano partecipato alla missione politica (altro che spirito umanitario...), alle quali si è aggiunta sabato quella di Tony La Piccirella.
I reati configurati? «Dal tentato omicidio al naufragio, agli atti di pirateria e contro la sicurezza marittima, al sequestro di persona, fino ai maltrattamenti e alla tortura», si legge nel comunicato degli avvocati dei pro-Pal. Che esultano perché il via alle indagini rappresenta «un primo traguardo per accertare le responsabilità degli attacchi e degli abusi da parte di Israele contro la missione umanitaria e pacifica della Flotilla».
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E ancora: «Il genocidio a Gaza continua da oltre 24 mesi, con i massacri della popolazione civile, con la distruzione sistematica delle infrastrutture di approvvigionamento, con i bombardamenti deliberati degli ospedali, delle scuole e dei ripari di fortuna dove cerca rifugio la popolazione stremata che, nonostante tutto, resiste e rivendica il proprio diritto di esistere». Quindi ecco la giustificazione: «È per opporsi a tutto questo e per sostenere la popolazione civile che la Global Sumud Flotilla è partita a fine agosto, accompagnata dalla mobilitazione delle piazze dell’Italia e del mondo. Ed è in linea con questi stessi obiettivi che sono state coordinate le azioni legali intraprese in rappresentanza degli attivisti, perché è essenziale continuare ad attivare ogni strumento a disposizione per mantenere vive le mobilitazioni e la solidarietà internazionale».