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Ballando con le stelle, il dramma di Egger: "Il mio dolore più grande"

Francesco Fredella
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«Mia madre ha scelto di vivere senza me. Qui ho trovato la famiglia che non avevo»: parla Alessandro Egger, il concorrente di Ballando con le stelle, emoziona tutti. Il suo racconto fa venire la pelle d'oca. La sua storia arriva nel corso di una diretta durante la quale ripercorre una carriera bellissima. La nascita a Belgrado nel 1991 e l'arrivo a Como all’età di sei anni. Poi la moda, il cinema. La televisione. Ora potrebbe vincere "Ballando con le stelle", visto che è uno dei concorrenti più amati di questa edizione.

«Non è stato piacevole, mi è mancato l’amore. Credo che mia madre (Cristina Vittoria Egger Bertotti, Gran Dama della Real Casa Savoia) abbia scelto di fare una vita senza di me e io l’abbia accettato. Il mio dolore più grande è che sento di non essere mai stato accettato da chi mi ha dato la vita, da chi mi ha voluto, e credo che quando nasci sia un dono, a prescindere, e io credo di non aver fatto mai niente di male»., confessa. Quello con sua madre è un rapporto difficile, che lui non mette da parte. Lo fa soffrire e nel corso del programma di Milly Carlucci non nasconde i problemi del passato.

 

 

 

Poi riavvolge il nastro di questa bellissima esperienza. E dice: «Ogni ballo è un ballo liberatorio, sta liberando cose diverse. La prima volta è stata la liberazione di tutta la pressione, la novità, è stato un ‘Ce la posso fare!’. La seconda è stata un ‘Sto usando questo ballo specifico per liberare certe cose che mi coprono la visuale’. Il terzo ballo è stato il momento in cui si è liberata la fierezza, della mia storia, della storia di Tove, di quello che siamo. È uscito tutto fuori, noi siamo così. Il quarto è stato la liberazione della fragilità e della sensibilità». Tra lui e Tove, la ballerina professionista che gli sta insegnando a danzare, c'è un bellissimo rapporto. «Quando saliamo sul palco sembra di stare in un altro mondo, parallelo, dove ci siamo solo io e lei. È una connessione: ci curiamo, ci guardiamo, sentiamo le mani, il tocco… Penso a quello che sto sentendo, a quello che mi sta facendo sentire lei, a quello che io sto facendo sentire a lei. È questo che ci guida in pista: lei è l’unica a capire il mio dolore, così come io riesco a farle esprimere le emozioni», conclude.

 

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