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Striscia la Notizia, servizio-choc sul prosecco: cosa finisce nelle bottiglie, "rischio cancro"

Davide Locano
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Che cosa finisce dentro al prosecco? Una risposta ha provato a darla Striscia la Notizia in un servizio di Max Laudadio. L'inviato del tg satirico ha intervistato il direttore del Salvagente, un autorevole mensile dedicato ai consumatori, Riccardo Quintili. E quest'ultimo ha spiegato chiaro e tondo che nei vigneti "il problema è quello dell'uso di pesticidi, che in quelle zone è massiccio". E ancora: "Sappiamo, da ricerche fatte, che tra il 60 e il 90% delle sostanze utilizzate in vigna finisce fuori bersaglio – sottolineaQuintili -, quindi non finisce nella vite ma nell'aria". Striscia, prosecco nel mirino: ecco il servizio Successivamente Laudadio ha interpellato Patrizia Gentilini, specialista in Oncologia generale ed ematologia, che fa parte dell'associazione Medici per l'Ambiente - ISDE Italia. L'oncologa ha spiegato all'inviato che i pesticidi sono “molto dannosi anche per la salute umana”. Dunque ha rimarcato che “gli effetti più importanti sono a carico del sistema ormonale”. E ancora, ha parlato apertamente di "rischio di cancro, per tutti i tipi di tumore”, e di “danni a livello neurologico in particolare per i bambini”. Quintili ha anche ricordato i test che il Salvagente aveva fatto su dodici differenti bottiglie di Prosecco: i risultati delle analisi erano stati diffusi nel maggio scorso. Il direttore ha ricordato che, oltre a bottiglie “pulite”, dunque senza traccia di pesticidi, “ce n'erano alcune che collezionavano ben 7 sostanze nello stesso bicchiere". Insomma, nel prosecco c'è qualcosa che non torna. Leggi anche: Striscia massacra Rai 1: occhio al Commissario Montalbano Nel dettaglio, la ricerca ha trovato tracce di sette fungicidi: in nessun caso però, bene sottolinearlo, i residui trovati superavano il limite massimo di residuo consentito per ogni sostanza. Tutti i valori erano infatti al di sotto dei limiti di legge. Laudadio ha comunque chiesto un parere al Consorzio di Tutela del Prosecco, che ha specificato che “tali valori non possono costituire una reale fonte di rischio per i consumatori”.

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