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Rai, Gabriele Corsi è il re dell'estate: studia Carlo Conti e un giorno può raccoglierne l'eredità

Davide Locano
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Quando, a maggio scorso, sono trapelate le prime indiscrezioni sul fatto che sarebbe stato Gabriele Corsi a condurre l'edizione 2018 di Reazione a catena, dopo l'addio di Amadeus, più di qualcuno ha storto il naso: al timone del programma del preserale estivo di Rai1 ci si aspettava che sarebbe arrivato Marco Liorni, dato per uscente a La vita in diretta (come effettivamente è stato) e rimasto poi solo con il nuovo format del sabato pomeriggio Italia sì (al via a settembre), che rispetto al comico del Trio Medusa ha indubbiamente una maggiore esperienza come presentatore e una più ampia fetta di affezionati telespettatori. E, a dirla tutta, in un primo momento i dubbi si sono rivelati tutt'altro che privi di fondamento, visto che gli ascolti del game show nelle puntate iniziali sono stati piuttosto deludenti, inferiori di quattro punti percentuali rispetto a quelli dello scorso anno, con un picco negativo del 18% di share. Ma poi qualcosa è cambiato. Leggi anche: Alberto Angela straccia pure Carlo Conti NUOVA CONDUZIONE Sarà che il pubblico si è abituato alla nuova conduzione, lo stesso Corsi aveva d'altronde anticipato che sarebbe cambiata la cifra stilistica («ci metterò del mio, è un programma che permette di far uscire la personalità del conduttore»), sarà che lui ha superato l'ansia del debutto («quando me l'hanno proposto la prima reazione è stata l'incredulità, non pensavo che mi avrebbero affidato un programma così importante, oltretutto è un'eredità pesante perché Amadeus ha lasciato un vuoto affettivo oltre che professionale»), fatto sta che il responso dell'Auditel è via via migliorato, fino ad arrivare a sfiorare il 30% di share, mentre il numero di telespettatori si aggira ormai sempre intorno ai quattro milioni. Un risultato inaspettato, tanto che Corsi ha fatto su Twitter una «promessa goliardica»: «Se Reazione a Catena arriva al 30%, l'ultima puntata mi taglio i capelli a zero», affidando ad un collega - del quale non ha però fatto il nome - il compito di rasarlo. Con il suo stile garbato è insomma riuscito a conquistare il pubblico di Rai1, nonostante finora fosse noto a pochi habitué dell'ammiraglia Rai, avendo cominciato da relativamente poco la carriera di presentatore «solista» e avendo lavorato su reti tv dal target più giovane, in primis il gruppo Discovery che per primo ha creduto in lui, affidandogli la conduzione di programmi come Take me out e Piccoli giganti, che gli hanno aperto la strada per tutta una serie di titoli su diversi canali tv. STRANA COINCIDENZA «Per una strana coincidenza», ha raccontato, «dopo aver registrato 240 puntate di Take me out sono arrivati Boss in incognito su Rai2, che mi ha coinvolto anche umanamente, Primo appuntamento su Real Time, un programma molto delicato, e Takeshi's Castle su Comedy Central con gli altri “ragazzacci” del Trio Medusa, che è il mio momento di svago perché noi siamo i primi a ridere». Insomma, Gabriele Corsi è ormai una certezza, una scommessa vinta e, ovviamente, uno dei conduttori sui quali la Rai punta di più: qualcuno ne parla come il nuovo Carlo Conti e non a caso da metà settembre sarà anche al timone, insieme a Andrea Delogu, di Quelli che il sabato, il nuovo contenitore di Rai2 dedicato al campionato di Serie B, e probabilmente tornerà a curare la parte comica di #cartabianca su Rai3. E chissà quanti altri programmi gli verranno affidati nel prossimo futuro, se è vero, come dice qualcuno, che finirà per condurre tutto lui. di Donatella Aragozzini

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