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Sanremo 2020, Roberto Benigni attacca Matteo Salvini: "Citofono, pieni poteri", monologo contro il leghista

Davide Locano
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E venne il momento di Roberto Benigni, super-ospite del giovedì sera a Sanremo 2020, il Festival di Amadeus. Ospitata anticipata dalle polemiche per il cachet, 300mila euro, cifra cospicua che ha sviluppato un acceso dibattito politico. Per l'attore toscano addirittura ingresso con banda, che lo ha accompagnato sin dall'esterno del palco dell'Ariston (l'ultima volta a Sanremo entrò a cavallo): "Come un capo di Stato, non ero abituato", ha commentato dal palco, con Amadeus al fianco. "Questo è il più bel Sanremo che abbia mai visto", ha poi aggiunto Benigni. Leggi anche: Sanremo 2020, anche Junior Cally e socio attaccano Salvini Subito dopo i convenevoli, parte l'attacco serratissimo. A Matteo Salvini, ovviamente, come da copione ampiamente previsto. "C'è una novità: quest'anno si può votare anche via citofono. Citofonate e chiedete: c'è gente che canta? Poi potete votare e chi vince, vince", ha attaccato Benigni riferendosi alla famosa citofonata del leghista a Bologna al termine della campagna elettorale. E ancora, poco dopo, rivolgendosi ad Amadeus: "Hai raggiunto pieni poteri! Hai raggiunto il 52-53 per cento di share!". E anche in questo caso, il riferimento era alla frase di Salvini sui "pieni poteri" della scorsa estate, parole per le quali il leghista è stato a lungo crocifisso. Dunque, il cuore dell'esibizione. "Qual è il regalo più bello che posso fare al pubblico di Sanremo?" chiede l'attore e regista premio Oscar intenzionato a cantare. "Alla fine ho trovato la canzone più bella del mondo: è il Cantico dei cantici ed è nella bibbia. E' la canzone più bella mai scritta nella storia dell'umanità, 2400 anni fa, altro che settantesimo. E non è mai stata cantata in televisione". E così, "nella serata delle cover vi canto anche io una canzone. La canzone delle canzoni, il Cantico dei cantici", ha concluso Benigni prima di recitare.

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