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Soumahoro tocca il fondo e tira in ballo il figlio: "Perché ho comprato casa"

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"Lei ha comprato una casa e quando le è stato chiesto come l'ha comprata lei ha risposto dicendo di aver fatto un mutuo pagato con i proventi del suo libro. Io sono andato a vedere ma con il ricavato di quel libro lei non compra nemmeno il tavolo di quella casa": Alessandro Sallusti si è trovato faccia a faccia con Aboubakar Soumahoro ieri a DiMartedì su La7. Il direttore di Libero, poi, si è rivolto di nuovo al deputato, passato dal Gruppo Alleanza Verdi-SI al Gruppo Misto: "Perché dice che ha campato con i proventi di quel libro quando quel libro ha venduto poche migliaia di copie con le quali sicuramente non si può comprare una casa? Perché ci ha raccontato quella storia?".

 

 

 

"Io ho anche scritto un libro - ha replicato Soumahoro - ma per vent'anni ho lavorato in Italia come qualsiasi altro cittadino. E la casa è stata comprata davanti a un notaio con degli atti che sono presso l'Agenzia delle Entrate. Inoltre aggiungo: finché una persona, direi diversamente abbronzata, vive nei sottoboschi e paga un affitto va bene, se compra una casa...". Poi viene fuori anche un altro motivo alla base dell'acquisto dell'abitazione: "Io ho comprato quella casa come qualsiasi altro cittadino non solo coi proventi di attività lecite, ma anche perché mio figlio non sta bene. Mio figlio non sta bene e il dottore di famiglia ci ha consigliato di portarlo in una zona di mare". 

L'intervento di Soumahoro a DiMartedì

 

 

 

Parlando della sua situazione attuale, il deputato ha detto: "Sono in uno stato di serenità spirituale, non mi dimetto da parlamentare. Sono stato eletto per una missione, dare una rappresentanza ai diseredati, ai senza casa, ai precari, a chi viene discriminato per il genere e l'orientamento sessuale, ai braccianti, ai zappatori, ai rider, ai lavapiatti, ai pendolari". Anche se poi ha ammesso di aver vissuto un periodo difficile: "Una mattina, il 17 novembre scorso, lascio mio figlio piccolo a scuola, apro il telefono e vedo il mio viso sulla quasi totalità dei quotidiani online. Da quel momento in poi mi sono ritrovato all'interno di una betoniera. Al posto del calcestruzzo c'erano menzogne, diffamazione, minacce di morte e giornalisti nel cortile di casa con un bambino di 3 anni che si svegliava di notte e chiedeva 'papà, perché?'".

 

 

 

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