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Zaki smascherato da Paolo Mieli: "Candidato in qualche lista che..."

Claudio Brigliadori
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La storia di Giulio Regeni è «orribile», quella di Patrick Zaki invece è solo la vicenda di «un simpaticone». Parola, schietta fino a diventare brutale, di Paolo Mieli. E chissà se qualcuno a sinistra si indignerà per la definizione con l’ex direttore del Corriere della Sera, oggi stimatissimo e influente editorialista. Ospite di Francesco Magnani a L’aria che tira Estate, su La7, commenta sarcasticamente la vicenda del giovane studente egiziano dell’Università di Bologna a cui il Cairo ha concesso la grazia dopo averlo condannato a 3 annidi carcere, al termine di una vicenda giudiziaria assai oscura.

Molti l’hanno considerato uno scambio con Giulio Regeni, rapito e ucciso nel 2016 dagli uomini del regime. «Non è chiaro in che termini ci debba essere un baratto - riflette Mieli -. Mi chiedo spesso cosa avrei fatto al posto di al-Sisi, persona notevolmente intelligente, se a un certo punto fossero venuti fuori atti inchiodanti come quelli che stavano venendo fuori su Giulio Regeni». «Ecco - prosegue -, io avrei pescato un disgraziato senza arte né parte e lo avrei messo in carcere per una cosa inconsistente, avrei aspettato che qualcuno in Italia abboccasse e provocasse un movimento di opinione che si sovrapponesse a quello di Regeni, e poi lo avrei fatto condannare. E dopo cinque minuti avrei concesso la grazia».

 

Insomma, tutto torna, tutto perfetto. «Qui non è un baratto, è l’intelligenza di al-Sisi - mette in chiaro Mieli -. La storia di Regeni è orribile, fu ucciso e massacrato e lasciato in una strada con i cani che gli rosicchiavano le ossa, Zaki è un simpaticone che adesso verrà in Italia e forse imparerà due parole in italiano dopo essersi laureato all’Università di Bologna e verrà candidato in qualche lista che mi auguro vinca le prossime politiche».

 

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