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Ornella Vanoni, "il mio funerale": lo sconcerto di Fabio Fazio

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L'ironia macabra di una incontenibile Ornella Vanoni travolge Fabio Fazio e conquista il pubblico di Che tempo che fa. Dopo aver mostrato un video d'archivio con la straordinaria esperienza americana della chanteuse milanese nel 1986, si torna in studio e la 90enne musa di Giorgio Strehler, tra le voci più riconoscibili e memorabili della canzone d'autore italiana, arriva a un certo punto a parlare del suo... funerale. 

 "Adesso scelgo il vestito. La bara deve costare poco perché tanto va bruciata. Poi buttatemi nel mare, quello che vi pare. Mi piacerebbe Venezia però fate come volete. Il vestito ce l'ho, è di Dior, fa una bella figura...". "Ma dove la troviamo una così?", ride un po' imbarazzato il conduttore del Canale Nove. "Poi ho chiesto a Paolo Fresu di suonare durante il mio funerale". "Va bene però adesso perché siamo andati su questo argomento? Eravamo in America, stavamo parlando degli sguardi...".  "Siamo lì vicini...". Fulminante.

 

 

 

Ospite fissa di Fazio, l'interprete di classici come Tristezza e L'appuntamento ha parlato anche di alcuni colleghi.  "Lucio Dalla mi disse che ero l'unica che si era rivolta a lui con affetto. Le altre belle si voltavano dall'altra parte perché lui era brutto. Per me Lucio era anche bello, talmente straordinario, talmente intelligente, talmente bugiardo, talmente drammatico, talmente triste, talmente spudorato e cantava con una vocalità pazzesca, che non ha nessuno in Italia. Mi dispiace per gli altri".

 

 

 

Ricordi commossi anche per il compianto e mai dimenticato Pino Daniele: "Tu hai cantato una sua canzone?", le chiede Fazio. "Sì, ho cantato Anima, una canzone meravigliosa!". 

 

 

 

Con la sua nota vivacità intellettuale, la Vanoni ha anche commentato lo stato di salute generale del mondo, affatto buono. "Calma, l'aria sa di polvere da sparo è il momento che noi viviamo e noi che andiamo avanti a parlare facendo finta di non vedere, passami almeno qualcosa da bere... è un momento molto drammatico, ma molto drammatico. Dobbiamo ricordarcelo. Bisogna ridere, bisogna cercare di trovare in noi la gioia perché se non viene a noi... Però il momento fa paura". 

 

 

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