Come sono umani a La7 con Charlie Kirk. Da mattina a sera, non passa talk senza che l'attivista conservatore americano ucciso con un colpo di fucile da un fanatico durante un dibattito pubblico in università non venga descritto non come una vittima del clima d'odio politico che pervade l'America e l'Europa, ma come un fomentatore, un seminatore di violenza. Chi è causa del suo mal, insomma.
Il ritornello va avanti da giorni, ma è ancora più straniante e surreale ascoltarlo in questi giorni in cui da Milano a Roma si moltiplicano minacce di morte alla premier Giorgia Meloni, paragonata proprio al 31enne trumpiano, cortei e manifestazioni in cui in nome della pace si urlano insulti, si bruciano foto, si sfasciano vetrine, si mettono a ferro e fuoco città. Il pericolo, però, sono sempre gli altri. Prendiamo un tranquillo mattino di fine settembre. Si parte con L'aria che tira, condotto da David Parenzo.
La minaccia pro-Pal a Torino: "Giorgia Meloni come Kirk"
Il loro sogno: una fucilata addosso a Giorgia Meloni. Sono le tracce che i pro-Pal hanno lasciato a Torino, nella stazio...In studio c'è Dacia Maraini, scrittrice e intellettuale d'area progressista, che denuncia: "La violenza sta crescendo ed è una terribile notizia, uccidere un uomo per le sue idee è la cosa più orribile che possa succedere, quindi non deve succedere assolutamente". Oh, parole sagge e illuminate. "Noi stiamo vivendo un momento di grande violenza e il linguaggio fa da spia, fa capire che c'è un degrado- ha proseguito -. Ed è facile passare dalla parola ai fatti". La regia mostra un passaggio di un intervento di Kirk sull'aborto, che da cristiano convinto combatteva con tutti i mezzi dialettici a sua disposizione. "Bisogna sentire quello che Charlie Kirk diceva a proposito dei neri. L'idea era che i bianchi dovessero essere in qualche modo protetti perché hanno una superiorità, e questo è razzismo. E anche il suo atteggiamento nei riguardi delle donne, dei diritti civili... Questa è l'eredità. Allora se parliamo di eredità, dobbiamo dire che non ci convince l'eredità di Kirk", chiosa la Maraini.
E a PiazzaPulita si ripete il copione. Il monologo di Stefano Massini è un'altra raffica contro Kirk inserito tra "i martiri della libertà" scritti su una lavagna, accanto a Gandhi e Martin Luther King. "No, il nome di quel signore americano che sta su tutti i giornali" su quella lavagna non ci deve stare. Mentre per Gilda Sportiello, deputata M5s anche lei ospite di Corrado Formigli, è semplicemente "raccapricciante guardare i funerali di Charlie Kirk e sentire inneggiare alla violenza, al brandire le spade, al terrorizzare i nemici, alla furia che deve bruciare e all'odio che si prova verso i nemici, per cui ci si augura tutto il peggio".