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Juventus, Beppe Marotta intercettato mentre minaccia i giornalisti

Matteo Legnani
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Il 29 settembre scorso le dimissioni. Improvvise e inattese. Beppe Marotta, amministratore delegato e direttore sportivo della Juventus, annunciava l'addio alla società bianconera. A metterlo alla porta, il presidente Andrea Agnelli. Oggi, a quasi venti giorni da quell'addio, Il Fatto Quotidiano svela cosa, con ogni probabilità, ha causato quella mossa. Intercettazioni. Come nel caso del primo scandalo Calciopoli, dodici anni fa. Solo che questa volta la vicenda è quella delle infiltrazioni della malavita organizzata ('ndrangheta) nella curva della Juventus e del bagarinaggio organizzato, secondo la procura di Torino che conduce l'inchiesta "Alto Piemonte", con la complicità della società bianconera. Le intercettazioni sono quelle che riguardano i contatti tra Marotta e alcuni giornalisti per non far uscire, o far uscire in modo poco evidente sui quotidiani, le notizie riguardanti l'inchiesta. Repubblica e La Gazzetta dello sport sono i due giornali dei quali Marotta è preoccupato per le notizie sul suo nome legato a dei biglietti dati a un malavitoso e un provino al figlio di un 'ndranghetista. Repubblica sta per uscire con un articolo. L'avvocato Chiappero chiama di lì a poco Marotta. Ha parlato con la giornalista di Repubblica, Martinenghi, che scriverà l'articolo: le ha detto che si è trattato di contatti casuali. Marotta però è nervoso: "Ma anche il nostro direttore li è Mario Calabresi cazzo (si accavallano le voci) chi è Martinenghi di Torino?". Marotta chiede anche se l'articolo esca sul nazionale o solo su Torino, ma l'avvocato non lo sa. Qualche giorno dopo Claudio Albanese, che è il responsabile comunicazione della Juventus, richiama Marotta per parlare della Gazzetta dello Sport. Che l'indomani tornerà sull'argomento, ma Albanese è già intervenuto, "scriveranno quello che ha scritto Repubblica oggi, sui biglietti famosi a Germani, che lui (Claudio, ndr) gli ha detto che i biglietti erano 2 da non confondersi per biglietti dati per bagarinaggio, mentre sul provino scriveranno quello che già lui (Marotta) ha risposto". Nei documenti dell'inchiesta si legge anche, sempre secondo Il Fatto, che "Marotta chiede quanto sarà grosso l'articolo. Claudio risponde 50/60 righe, che lo hanno appena chiamato, stanno cercando di comportarsi abbastanza bene". Marotta telefona allora alla Gazzetta e parla col giornalista Matteo Dalla Vite (che poi coinvolgerà anche il suo superiore Luca Curino). "Matteo dice che il titolo dell'articolo che uscirà domani sarà 'La 'ndrangheta non so cosa sia, nessuna pressione'. Marotta 'chiede' alla Gazzetta di trattarlo bene altrimenti si arrabbia veramente". "Marotta si lamenta con Matteo del fatto che lo stanno trattando come il peggior nemico, che lo stanno sputtanando () e che si comporterà di conseguenza". Leggi anche: Juventus, l'annuncio a sorpresa di Marotta: "Non sarò più amministratore delegato"

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