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Il Milan ha scelto Marco Giampaolo. L'unico (grande) difetto del Mister: si rischia un "piccolo Diavolo"

Giulio Bucchi
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Dopo 902 presenze in campo con il Milan, Paolo Maldini fa segnare la prima da capitano alla scrivania. Il Diavolo riparte dal suo simbolo che ha passato l' ultimo anno a studiare per questo momento al fianco di Leonardo: dopo i giorni di riflessione, l' ex numero 3 ha accettato l' incarico di direttore tecnico. C' è una squadra da costruire, un sogno da rimettere in piedi, una gloria passata da onorare attraverso il lavoro e il talento giovane: e sarà «Paolino» a inseguire questa missione in accordo con l' ad Ivan Gazidis. «Capitan» Maldini ha già le idee chiare sul futuro della panchina rossonera che ha intenzione di affidare a Marco Giampaolo. Si riparte da zero - Il sì è arrivato nel fine settimana in barca e per l' ormai ex tecnico della Sampdoria è pronto un triennale da due milioni di euro per chiudere un cerchio aperto da troppo tempo. Perché Giampaolo la sua grande occasione l' ha sfiorata più volte e l' ha vista sfuggire altrettante, finendo nell' ottovolante di una carriera piena di alti e bassi. Insieme ai tanti apprezzamenti, infatti, non sono mancate le tensioni a cui ha sempre risposto rifiutando qualunque compromesso. Dopo essersi fatto notare tra Siena e Cagliari - anche per il no al patron Massimo Cellino in seguito all' ennesimo esonero e richiamo al timone -, la Juve lo sceglie nel 2009. Sembra tutto fatto con il ds Alessio Secco, Giampaolo va a dormire sereno per la nuova sfida e a risveglio scopre di essere stato sorpassato da Ciro Ferrara. Il tecnico nato a Bellinzona accusa il colpo, ma riparte da nuove sfide: Catania, Cesena e Brescia, dove molla per l' ostilità della tifoseria e gli screzi con la società. Tocca il fondo e scava ancora, scegliendo la Serie C e la Cremonese: da lì riparte fino alla chiamata dell' Empoli, dove riesce a superare i punti fatti da Maurizio Sarri. Nell' estate 2016 cerca il Milan, ma alla fine Silvio Berlusconi - in accordo con Nicholas Gancikoff e Sino-Europe Sports che sembrava pronta a comprare la società - gli preferisce Montella. Allora lo chiama subito la Samp, dove ottiene due decimi posti e il nono di questa stagione: «Le big? Ho come represso oramai il diritto di sognare, non ci penso. Penso solo ad allenare bene», aveva detto in un' intervista poco più di un anno fa. Evidentemente nel corso di questa stagione - dove ha ritrovato Walter Sabatini, che lo aveva sondato in passato anche per la Roma - la voglia gli è tornata tanto da rompere con il patron Ferrero per la voglia di guidare un gruppo più ambizioso. Non è quello che gli garantirà subito il Milan di Elliott, destinato a tornare grande solo investendo in giovani di prospettiva per rimettere a posto i conti. Da Skriniar a Torreira, Giampaolo ha dimostrato di saper trasformare in oro i talenti che gli vengono affidati. I prossimi sono Andersen e Praet, le prime richieste che l' allenatore potrebbe fare ai rossoneri per il suo 4-3-1-2 che vedrebbe Paquetà al centro del progetto come trequartista. Futuro in divenire - Nel frattempo, mentre il Diavolo attende anche la sentenza Uefa sul fair play finanziario - con la possibilità di perdere la prossima Europa League -, Maldini dovrà scegliersi anche uno staff all' altezza: le certezze sono l' ex Angelo Carbone come responsabile delle giovanili e Geoffrey Moncada come capo scouting, il grande punto interrogativo è quello sul direttore sportivo. Serve una figura d' esperienza: il primo obiettivo rimane Igli Tare - ma il presidente della Lazio, Claudio Lotito, non ci sente -, uno dei piani alternativi potrebbe essere Riccardo Bigon. Il dirigente è in uscita dal Bologna e può vantare un pedigree rossonero, viste le nove stagione del padre Alberto con questa maglia insieme allo scudetto della stella. Solo con tutti i tasselli al loro posto, si potrà iniziare a pianificare il futuro: le plusvalenze più ricche (e dolorose) sarebbero quelle di Romagnoli, Cutrone e Donnarumma - mentre l' erede Plizzari si mette in mostra ai Mondiali Under 20 -, le eventuali uscite di Suso, Calhanoglu e Kessie le partite più delicate da gestire per il nuovo corso. di Francesco Perugini

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