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Milan, la dinastia Maldini: così Daniel con il numero 10 ha già conquistato i tifosi

Caterina Spinelli
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Daniel Maldini si presentò al mondo a strisce rosse e nere in una serata molto felice per il Milan. Maggio 2007, a San Siro si festeggiava il trionfo in Champions League, quello che a tutt' oggi è rimasto l' ultimo. Tutti in campo con famiglie al seguito, e in mezzo al felice casino, gli occhi dei milanisti presenti si concentrarono su un bimbetto biondo che inseguiva Clarence Seedorf, traccheggiante palla al piede. Quando il bimbetto si buttò in scivolata per andare in tackle sul "Prof", non ci furono dubbi su chi fosse il genitore che l' avesse portato al party. Cominciò inevitabile il refrain sulla dinastia, sul padre fenomeno figlio a sua volta di campionissimo, sul Dna, tutti discorsi che all' epoca toccavano anche Christian, primogenito di Paolo, cinque anni più grande di Daniel, classe 2001. Sembra facile, dice il saggio, e invece non lo era affatto, non lo può essere mai. Christian ha fatto tutta la trafila col Diavolo, ruolo quello della casa, difensore, ma la prima squadra non l' ha mai sfiorata veramente. Leggi anche: Milan, bomba nella notte: Andrè Silva via dal ritiro Quando è uscito dalla casa madre, ha cominciato la classica gavetta che spesso e volentieri porta ad arenarsi: la sua ultima tappa, dopo un giro d' Italia della Serie C, è stata a Fano. Daniel ha scelto un altro mestiere, quello dell' attaccante, o meglio, del trequartista. Piedi buoni, specie il destro, in un attacco a tre predilige la fascia sinistra, ma il suo ruolo naturale pare essere quello del caro, vecchio numero 10. Il suo cammino nei babies milanisti è filato con successo fino alla Primavera, dove nella passata stagione è riuscito comunque a distinguersi in un anno disgraziato, conclusosi con una poco onorevole retrocessione nella seconda categoria degli Under. Maldinino, tuttavia, ha realizzato 8 reti in 23 partite e si è guadagnato una convocazione in azzurro - nella U18 - che ha consentito agli statistici di registrare la straordinarietà di tre generazioni tutte meritevoli di una chiamata con una rappresentativa Nazionale. Ma tutti aspettavano il primo vagito con la maglia di famiglia, e grazie al combinato disposto tournée extraeuropee-organici in cantiere, è arrivato. Daniel è stato schierato titolare da Giampaolo nel primo, significativo test stagionale con il Bayern, vincitore per 1-0, Goretzka match winner. L' emozione l' hanno sentita soprattutto i genitori e i tifosi, sotto il cognome c' era il 98 e non il 3, ma insomma, leggerlo faceva un certo effetto. Il più calmo di tutti è stato lui, che ha disputato una partita ordinata, matura e ha pure sfiorato il gol con una zampata di destro su assist di Theo Hernandez, prima spina del Milan 2019/20: per l' esterno appena prelevato dal Real Madrid, 40 minuti da stropicciarsi gli occhi, poi un contrasto, un urlo di dolore e una barella. Diagnosi: distorsione alla caviglia con interessamento legamentoso, almeno tre settimane di stop, se tutto va bene torna alla prima di campionato, il 25 agosto. Con Giampaolo e i tifosi che si augurano che il famoso buon giorno che si annuncia al mattino, sia solo un abusato detto popolare non proprio aderente alla realtà. di Davide Gondola

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