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Antonio Cassano, l'ex compagno lo umilia: "Ricordi la finale di Coppa Italia?"

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Oltre alla rivelazione sul litigio con Francesco Totti, a Muschio Selvaggio — il podcast di Fedez e Luis Sal — Antonio Cassano ha offeso i suoi ex compagni alla Samp, definendoli degli “scappati di casa”. Non un bel termine, insomma. Secondo lui, loro  “dovrebbero ringraziami se sono arrivati a traguardi importanti: la finale di Coppa Italia e il preliminare di Champions League”. Parole che scottano, ma non per Marius Stankevicius, l’attuale c.t. dell’Under 21 lituana che a quei tempi giocava proprio a Genova, e che non se la prende più di tanto quando il Secolo XIX gli ha chiesto un commento sulle parole di Fantantonio. 

 

 

 

Stankevicius: “Cassano? Non me la prendo, è fatto così” - "Cassano dice che eravamo degli scappati di casa? Lo conosciamo, non mi ha offeso, la prendo col sorriso — ha esordito Stankevicius — Credo che nessuno possa vincere da solo, ma sono felice che ci sia uno come Antonio che dice in faccia ciò che pensa, a modo suo”. E ancora: "Cassano lo prendo così com'è, mi fa sorridere – ha proseguito – lui sa chi sono io come persona, ne abbiamo già parlato alla Samp. Posso parlare di me stesso: non ero un campione, non avevo le doti di Baggio e Guardiola ma poi ho avuto la fortuna di giocarci insieme. E giocare con loro due, come con Antonio, mi ha fatto crescere”. 

 

 

 

Stankevicius e la frecciata a Cassano sulla finale di Coppa Italia - Il 41enne lituano crede “che non valga la pena fare una discussione su queste frasi: Antonio è bello così com'è, se lo vogliamo cambiare non va bene — ha detto ancora — Lui ha sempre avuto questo modo di dire la sua ma è giusto lasciarlo parlare, altrimenti saremmo tutti uguali. Mi diverte vedere che sia rimasto lo stesso, con le sue battute. Non mi ha offeso per niente, conosco la strada che ho fatto e sono più che felice”. Poi quella provocazione lanciata allo stesso Cassano, ricordandogli un episodio: “Che Antonio abbia fatto la differenza in alcune partite, anche se non in tutte, è vero e ben venga. E a tutti capita di sbagliare, come a lui con il rigore in finale di Coppa Italia…”. 

Stankevicius: “In una squadra c’è bisogno di tutti” - Il riferimento naturalmente va a quel 13 maggio 2009, quando, allo stadio Olimpico, la Lazio vinse 6-5 ai rigori contro i blucerchiati, dopo che i tempi regolamentari erano finiti 1-1. Cassano sbagliò proprio il primo penalty, Hugo Campagnaro poi l’ultimo. “In una squadra c'è bisogno di tutti, di uno che fa i chilometri, di uno che guida, di uno che salta l’uomo — ha concluso Stankevicius nell’intervista — Senza una buona difesa o i centrocampisti che gli portavano la palla neanche lui avrebbe potuto fare nulla. La sua fenomenalità era evidente, la vorrei in ogni squadra ma il bello del calcio è che vinci quando funziona tutto, in campo e fuori”.

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