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Gianluca Vialli, Mancini rompe il silenzio: "La mia ultima promessa"

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"Ho perso un altro fratello". Sono le prime, sofferte parole di Roberto Mancini dopo la morte dell'amico di una vita Gianluca Vialli, raccolte dal Corriere dello Sport. Una confidenza straziante, concessa al quotidiano il cui direttore, Ivan Zazzaroni, è da anni amico del Mancio

 

 



Il ct della Nazionale, rivela il quotidiano sportivo, era volato a Londra in gran segreto poche ore prima di Capodanno, per l'ultimo saluto all'attaccante con cui formava, ai tempi della Sampdoria, la mitologica "coppia del gol". Il 29 dicembre Mancini era entrato senza farsi fotografare nella clinica Royal Marsden Hospital dove Vialli era ricoverato da alcuni giorni, ormai sopraffatto dal tumore al pancreas che gli era stato diagnosticato nel dicembre del 2017. E' stato "l’ultimo abbraccio, sapevano che non si sarebbero più rivisti". Mancini "con il cuore in tumulto, ha nascosto le lacrime. Si è fatto forza, dentro un vuoto cosmico, nel tentativo di rendere l’addio il più dolce possibile".

 

 

"Luca rideva. Abbiamo scherzato - spiega il ct -. Gli ho detto che alla Samp prendeva uno stipendio più alto del mio. Il presidente lo pagava più di me. A Mantovani piaceva così". La morte di Vialli ha molti punti in comune con quella di Sinisa Mihajlovic, un altro lutto che ha travolto il calcio italiano senza distinzione di tifo o colori. "Dopo pochi giorni dall’addio di Sinisa, ho perso un altro fratello. Anzi, un fratellino, come amavo chiamarlo, perché ci siamo incontrati a 16 anni e non ci siamo mai più lasciati. Tutto il cammino insieme. Giovanili azzurre, Nazionale, la Samp, le gioie, i dolori, i successi e le sconfitte. E poi le due notti di Wembley. In una abbiamo pianto insieme per il dolore e per l’amarezza, tanti anni fa. Nell’altra abbiamo pianto di gioia, come se fossimo stati uniti dal destino, prima della sua scomparsa". Mancini si riferisce prima alla sconfitta nella finale di Coppa Campioni del 1992, quando la Samp perse ai supplementari contro i Barcellona di Cruyff, Stoichkov e Koeman, La seconda all'immagine-simbolo del Vialli campione e uomo, l’abbraccio tra l'accompagnatore della Nazionale e l'amico ct in mezzo al campo del nuovo Wembley, quando l'Italia nel luglio del 2021 si è laureata campione d'Europa.

 

 



"Gianluca era il migliore di tutti noi, un centravanti completo, un uomo perfetto e coraggioso. Ho sperato a lungo che potesse diventare il presidente della Sampdoria, avrebbe aperto una storia meravigliosa come quella da calciatore. Per me è stato un privilegio essere suo amico e suo compagno di squadra e di vita. Ringrazio il presidente Gravina. Lo ha voluto in Nazionale e ne sono stato felice. Ha avuto un ruolo decisivo per la conquista del titolo europeo. I giocatori lo amavano. Gianluca ha avuto la forza e ci ha dato un coraggio che non conoscevamo e che lui usava per combattere la malattia tanto da starci accanto fino a che ha potuto". In quell'abbraccio, c'è l'ultima promessa sportiva fatta da Roberto a Gianluca: "Con la sua forza andrò avanti per dedicargli qualcosa di importante che io e lui sognavamo da una vita", l'Italia campione del Mondo.

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