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All'Italia metà degli Europei 2032: stadi, perché è la partita più importante

Federico Strumolo
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Se due estati fa l’Italia ha potuto riassaggiare il dolce sapore delle notti magiche, ospitando le partite del girone della Nazionale all’Olimpico di Roma, preludio al meraviglioso successo azzurro nella notte dell’11 luglio 2021 a Wembley contro i padroni di casa inglesi, tra nove anni potremo rivivere quelle emozioni. Gli Europei del 2032, infatti, saranno organizzati dall’Italia, insieme alla Turchia, alla prima organizzazione di un grande evento calcistico (solo nell’ottobre del 2026 sarà scelto il Paese che ospiterà la partita inaugurale e quella conclusiva, l’attesissima finale).

Ad annunciarlo, a Nyon, il presidente dell’Uefa Aleksander Ceferin, sede in cui è stato comunicato anche che la manifestazione continentale di quattro anni prima, nel 2028, si giocherà tra Inghilterra, Scozia, Galles, Irlanda del Nord e Irlanda (la partita inaugurale si disputerà a Dublino, mentre la finale sarà ancora allo stadio di Wembley, a Londra). Già nota, invece, la sede dell’attesissimo Europeo della prossima estate, il quale andrà in scena in Germania, con l’Italia ancora a caccia di una qualificazione per nulla scontata.

 

 

 

I DUE PRESIDENTI

Grande soddisfazione, naturalmente, per il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina, entusiasta nel condividere l’esperienza con la Turchia: «Condividiamo con la Turchia la passione per uno sport che in entrambi i Paesi rappresenta molto di più di un gioco. Sarà una sfida ambiziosa, come la condivisione delle tradizioni e delle diverse culture, per annullare la distanza fisica con un ponte di amicizia». A fare da eco a Gravina, il presidente federale turco Mehmet Buyukeksi: «Siamo orgogliosi di organizzare l’Europeo e siamo felicissimi di farlo con l’Italia. Questa opportunità ci arricchirà». Di certo, la decisione di correre insieme per questa avventura incuriosisce, per le innegabili differenze tra Italia e Turchia, che si spera si possano annullare almeno per l’occasione. Inizialmente, tra l’altro, i due Paesi si erano presentati in corsa separatamente, prima di accordarsi e presentare una candidatura congiunta, lo scorso luglio (vista l’assenza di altre candidature, l’Uefa ha semplicemente valutato la proposta e assegnato l’organizzazione).

«Gli Europei del 2032 assegnati all’Italia rappresentano una grande opportunità che dovrà generare eredità positive ben prima di quell’appuntamento e non solo nelle città che saranno direttamente coinvolte» dice, invece, il ministro dello Sport Andrea Abodi, che continua: «Sarà importante interpretare cosa sarà il calcio tra nove anni e lavorare in modo costruttivo per il calcio di oggi, che deve porsi l’obiettivo di migliorare le infrastrutture, il modello di gestione e le modalità di relazione con appassionati e tifosi, a partire dalle giovani generazioni».

Ed è proprio sulla questione stadi che si giocherà la partita più importante e delicata. Non è certo un segreto, d’altronde, che l’Italia sia indietro rispetto alle altre grandi potenze europee, che possono contare su strutture decisamente più all’avanguardia. Quella degli Europei, insomma, rappresenta la migliore delle opportunità per crescere e andare oltre i troppi problemi burocratici che rallentano il progresso, come dimostrato spesso, per esempio, nei casi di Milano (dove forse, finalmente, si muove qualcosa) e Roma. Basti pensare che gli impianti in Turchia sono già pronti, perché di recente costruzione, a differenza di quelli del Belpaese. Per l’Italia, in ogni caso, si tratterà della terza esperienza come organizzatrice dell’Europeo (a cui si aggiunge, si diceva, l’edizione itinerante del 2021, peraltro vinta dagli Azzurri), dopo i precedenti del 1968 (anche quelli vinti dall’Italia), con una manifestazione che prevedeva solamente semifinali e finali (disputate tra Napoli, Firenze e Roma), e del 1980, con un’edizione allargata a otto squadre e disputata tra Roma, Milano, Napoli e Torino (a trionfare fu la Germania Ovest). Insomma, si preannuncia una grande festa, con un’enorme consolazione per tutti gli italiani: almeno nel 2032 non avremo il problema della qualificazione.

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