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Milan, l'ultima accusa contro Stefano Pioli: "Si sono salvati solo in tre"

Gabriele Galluccio
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Gli infortuni non conoscono sosta in casa Milan. Un problema che ritorna ciclicamente, ma che adesso è accentuato dalla crisi dei rossoneri, che non vincono in campionato dal 7 ottobre. Pioli è piombato in una spirale negativa, con lo spogliatoio che gli manda segnali di fine ciclo e i tifosi che lo hanno abbandonato. L’alibi degli infortuni può reggere fino a un certo punto, anche se Pioli ha la garanzia che non verrà esonerato: a Lecce Furlani e Moncada neanche c’erano, a conferma del fatto che ai vertici importa più l’aspetto economico di quello sportivo, almeno finché i rossoneri rimangono in zona Champions.

Nell’ultimo mese a San Siro il Milan ha perso 0-1 contro la Juve e l’Udinese, mentre in trasferta si è fatto rimontare due gol sia dal Napoli che dal Lecce. Una crisi riconducibile anche agli infortuni, che però rientrano nella categoria degli intangibles e quindi non sono realmente misurabili né hanno una sola spiegazione.

 

 

TRE SUPERSTITI

Escludendo Sportiello e Caldara, la rosa rossonera conta già 41 partite saltate per problemi fisici: tra i titolari gli unici superstiti sono Thiaw, Tomori e Reijnders. Alcune assenze sono più pesanti di altre, come nel caso di Loftus-Cheek: aveva avuto un impatto straordinario, poi è stato fuori 33 giorni e quando è tornato ha dominato il Psg. Lui e Pulisic (altro già andato ko) sono stati i colpi migliori in una sessione di mercato in cui il Milan ha speso più di tutti (125 milioni) ma si è rinforzato fino a un certo punto: Chukwueze sta deludendo su tutta la linea e si è pure infortunato, come Okafor e Jovic che tra l’altro non stanno offrendo alcuna garanzia nel ruolo di vice-Giroud. Il francese a 37 anni sta ancora tirando la proverbiale carretta, con 7 gol in 11 presenze: anche lui si è fatto male a una caviglia in Nazionale a settembre e, pur avendo saltato una sola partita, ne ha comunque risentito un minimo.

Insomma, finora si sono infortunati quasi tutti i giocatori chiave, da Maignan a Theo fino ad arrivare a Leao. Il portoghese si è fermato alla prima accelerazione a Lecce, riportando una lesione al bicipite femorale che lo terrà fermo per almeno un paio di settimane. Ciò significa che salterà sicuramente la partita con la Fiorentina, mentre in Champions la posta in palio sarà troppo alta per non rischiarlo contro il Borussia Dortmund. Sei rossoneri sono ancora vivi nel girone lo devono in larga parte a Leao e a Loftus-Cheek, che hanno fatto la differenza contro una squadra forte ma disfunzionale come il Psg.

 

 

CACCIA AL COLPEVOLE

Complice la sosta per le Nazionali, il Milan dovrà sopportare un processo mediatico sugli infortuni. Sotto accusa i carichi di lavoro, il metodo di Pioli e pure quello di Matteo Osti, che però due anni fa veniva premiato dai colleghi come il miglior preparatore atletico del campionato. E se invece fosse colpa dello stile di gioco? Difficile, considerando che rispetto alla scorsa stagione il Milan è più spento: meno transizioni e allunghi, più possesso palla, spesso sterile. Poi ci sono i mistici campi di Milanello, che da quando Ibra se ne è lamentato nel 2021 vengono sistematicamente infilati nella discussione. Infine c’è chi individua il problema nella mancanza di un preparatore che si occupa dell’allenamento della forza, una figura che sta diventando importante per prevenire gli infortuni, non solo nei top club. Gli unici dati comprovati è che il Milan ha già subito 15 infortuni muscolari e che spesso è scarico nei finali di partita: negli ultimi 20’ più recupero ha segnato solo 2 gol e tirato appena 16 volte. Per dire, la Roma che è seconda per infortuni nello stesso arco di tempo ha realizzato 9 reti...

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