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Napoli, rissa Antonio Conte-De Bruyne: cosa c'è dietro davvero

di Claudio Savellimercoledì 1 ottobre 2025
Napoli, rissa Antonio Conte-De Bruyne: cosa c'è dietro davvero

(Ansa)

3' di lettura

Torna la musica della Champions League al Maradona, c'è lo Sporting (alle 21, diretta Sky Sport) nella prima notte che il Napoli sognava e per cui ha investito. Eppure, nel paradosso più crudele, l'uomo arrivato proprio per queste serate, per il salto di qualità europeo, potrebbe restare in panchina. La gestione di De Bruyne è il tema del momento e anche se Conte la sbriga con un «è tutto risolto», rimane un banco di prova. Dopo la reazione stizzita del belga alla sostituzione nella partita contro il Milan, il “chiarimento” c'è stato, ma le parole del mister nella conferenza di ieri sono state un monito inequivocabile: «Chi mi conosce sa il mio punto di vista su questi comportamenti, chi non mi conosce incappa in qualche errore. Sta a me ripristinare la situazione e ribadire alcuni concetti, in modo che una volta la concedi e la seconda volta no». Uomo avvisato...

Patti chiari... I proverbi aiutano a capire a che punto siamo della storia: l'idillio di inizio stagione è terminato ma, per proseguire in un matrimonio che resta promettente, bisognava parlare. E Conte non è certo il tipo di persona da ignorare queste necessità. La verità, però, è che De Bruyne è un problema più tattico che non caratteriale. Conte sa gestire le personalità forti, come detto, ma la vera difficoltà non è questa. È che la presenza del belga in campo non è ancora organica. Per fargli spazio, il tecnico ha smontato il 4-3-3 dello scudetto, pagando un prezzo più alto di quanto non dicano i buoni risultati in campionato («Anche con il Milan la squadra mi è piaciuta», ha spiegato Conte). Gli osservatori più attenti noteranno che è stato avviato un processo per tornare agli antipodi. All'inizio, De Bruyne agiva da mezzala con McTominay sacrificato sull'ala.

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Nelle ultime uscite è avvenuto il contrario perché lo scozzese è l'uomo della differenza solo se gioca lì, nel suo ruolo, libero di proiettarsi verso il centro dell'area, risparmiando dai radar dei centrali avversari, e non sul secondo palo sotto controllo del terzino. Questo 4-1-4-1 asimmetrico nato proprio per De Bruyne sta privando la squadra delle armi decisive, e pura della sua “rotondità”, del suo equilibrio. E ha smentito parte del mercato: senza un'ala fissa, talenti come Lang e Neres faticano a trovare spazio (solo 30' il primo, solo 70' il secondo, davvero una miseria considerando che si sono disputate 6 partite). Di fatto Conte ha smontato mezza squadra per il suo fuoriclasse e ora inizia a chiedersi se ne valga la pena. Senza commettere lesa maestà, si può dire che De Bruyne dovrebbe entrare nelle normali rotazioni delle mezzali, e Conte dovrebbe avviarle per dare respiro anche a McTominay e Anguissa. Ci sono anche altri problemi tattici da sistemare, acuiti da qualche errore di valutazione sul mercato.

La cessione a cuor leggero di Zanoli, ad esempio, grida vendetta dato che in lista Uefa a destra è stato presentato il solo Di Lorenzo che sarà squalificato stasera - e comunque non è certo irreprensibile in fase difensiva. «Proveremo a recuperare Spinazzola e Olivera (ieri entrambi si sono allenati in gruppo e ci saranno con lo Sporting, ndr)», adattandone in caso uno a destra, se no «Elmas potrebbe fare il terzino» e «meno male che Gutierrez a sinistra è tornato a disposizione». Siccome Conte chiede «idee prima della partita, non dopo», la buttiamo lì: Politano di fatto fa già il terzino, quindi perché non pensare a lui dietro con Neres davanti? Anche al centro la coperta è cortissima, con i soli Beukema e Juan Jesus a disposizione.

Il Napoli arriva alla prima grande notte europea con una difesa in piena emergenza e non è solo sfortuna. Per evitare di ritrovarsi in futuro corti anche in mezzo e davanti, Conte deve allargare le risorse. Il «percorso molto complesso» che ama citare lo richiede, la nuova Champions si può affrontare soltanto così. Lo fanno tutti, lo deve fare anche il Napoli se vuole fare strada. Il coraggio usato per mettere in chiaro le cose con De Bruyne va spalmato sulle scelte di formazione. È un rischio, ma chi non risica... 

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