Per confutare i numeri che il ranking Atp ha scolpito sino alla fine dell’anno, suggeriamo di rivedere la finale di Torino e quelle del Roland Garros, di Wimbledon e di New York. Carlitos Alcaraz e Jannik Sinner sono entrambi due numeri 1 e il secondo posto della Volpe Rossa è quasi comico, frutto di un gioco di punteggi scartati: nei primi mesi del 2026 potrà tornare comodamente in vetta. Tuttavia di cosa si può esser certi già da ora: il vero numero 1 in fatto di “svanziche” è il campionissimo di Sesto Pusteria. È lui il faraone, il sovrano che tramuta passanti e ace in denaro fumante, il Paperon de’ Paperoni che ha nel mirino il Grande Slam ma anche l’incredibile cifra di 100 milioni di euro, traguardo non impossibile (per ora si è fermato intorno agli 80 milioni) dopo la l’escalation in un 2025 da favola. E un altro “malloppone” arriverà il 10 gennaio quando sfiderà Alcaraz in un’esibizione milionaria in Corea.
Jannik è anche un abile boss dell’alta finanza e, a soli 24 anni, un lungimirante amministratore delegato di se stesso: come gestisce i momenti topici delle finali senza farsi prendere dall’ansia, così gestisce da numero 1 un patrimonio che, dopo il trionfo di Torino, ha toccato vette impensabili. Un Everest di soldi e un risultato non sorprendente per chi conosce le dinamiche dello sport attuale. Facendo i conti in tasca al fenomeno di Sesto Pusteria si parte dal prize-money, ovvero dai guadagni derivanti dai premi spremuti in seguito ai trionfi. A Torino si è portato via la coppa del campione dei campioni 2025 ma anche l’assegno di 4,4 milioni di euro previsto per il vincitore che non ha perso neppure un set.
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È stata una finale luminosa, densa di scambi tirati fino al limite, quasi ipnotici per intensità. Cos&igra...Nell’anno, di soli premi, ha incassato 19,1 milioni e il totale in carriera è lievitato a 48,1. Jannik ha così superato di pochissimo, in questa speciale classifica, l’amico-nemico Carlitos Alcaraz che ha in banca “solo” 47,7 milioni. Ma sono gli sponsor a fare la differenza a suo favore, numerosi e vari come si puó notare durante gli incessanti spot trasmessi durante i cambi campo: Lavazza, De Cecco, Intesa San Paolo e Fastweb i principali. Sinner totalizza annualmente 15 milioni di euro mentre la Nike gliene riconosce 13 in virtù di un contrattone che scadrà nel 2038. Da aggiungere la somma (ignota) che gli passa Gucci per entrare in campo con un borsone griffato.
Il grande regista di tutto questo è l’amico del cuore Alex Vittur che, mesi fa, ha preso il posto di Lawrence Frankopan dopo essere stato a fianco di Sinner in tutte le scelte della sua giovane vita: gli consigliò da bambino di lasciare lo sci per dedicarsi al tennis, lo accompagnò a Bordighera nel 2014 quando il ragazzo si trasferì nell’accademia di Riccardo Piatti, poi gli è stato vicino quando lasciò il primo maestro per affidarsi alla coppia Vagnozzi-Cahill. La gabbia dorata nella quale ruggisce il campionissimo gliela ha costruita Vittur. E benissimo.
Nel patrimonio di Sinner spicca inoltre la holding Foxera che gestisce proprietà immobiliari e investimenti mirati. Opera fra Milano e Monte Carlo ottimizzando la fiscalità - azzerata nel Principato dove Jannik risiede sebbene i premi dei tornei continuino a essere tassati nei paesi in cui vince. Sinner ha pensato anche a mamma Siglinde, a papà Hanspeter e al fratello Mark: per loro ha comprato “Haus Sinner”, un residence di lusso che la famiglia gestisce a Sesto. Conclusione: Jannik spara diritti da campione e investe da grande manager. I prossimi obiettivi? Sul campo vincere il Grande Slam, ovvero tutti e quattro i major nello stesso anno, negli affari puntare al mostruoso patrimonio di King Roger Federer. Che è di 557 milioni di euro.




