"Abbiamo potuto verificare che le risorse umane, professionali e finanziarie a disposizione dell’ente gestore consentono al momento un trattamento adeguato dei trattenuti": il Garante dei detenuti della Regione Lazio, Stefano Anastasìa, e l’omologa di Roma Capitale, Valentina Calderone, lo hanno detto al termine della prima visita al Centro di permanenza per i rimpatri (Cpr) e al carcere di Gjader in Albania, Parole, le loro, che smentiscono la narrazione della sinistra su ghetti, lager e gabbie. Pur riconoscendo il trattamento adeguato riservato ai migranti, i Garanti comunque hanno sottolineato che andrebbero riportati in Italia: “Il numero estremamente limitato delle persone attualmente presenti nel Cpr, appena 27, insieme con la disponibilità di posti nei Centri collocati sul territorio nazionale rende non giustificato il trasferimento in Albania di queste persone". In ogni caso, la sorpresa sulla valutazione delle condizioni del Cpr resta.
I Garanti, poi, hanno spiegato che il Centro di Gjader “è sotto la responsabilità della Prefettura di Roma, e questo configura una competenza territoriale dei Garanti delle persone detenute di Regione Lazio e Roma Capitale, che sono stati accolti dai dirigenti della Polizia di Stato e dell’ente gestore del Cpr, Medihospes, i quali hanno permesso un’analisi approfondita della situazione offrendo ogni elemento utile di conoscenza”.
Albania, FdI spiana Elly Schlein: "Esulta se si ostacolano le espulsioni"
"Mandiamo un messaggio insieme a Giorgia Meloni: sui centri in Albania magari non ci ha dormito, infatti ha dimenti...Al momento, come si legge sul Secolo d'Italia, i detenuti provengono soprattutto da Algeria, Senegal, Pakistan, India e Ghana. Nel centro, attivo come Cpr dallo scorso aprile, sono transitate finora 140 persone e ne sono uscite 113: 40 per mancata proroga del trattenimento, 37 perché rimpatriati, 15 per inidoneità sanitaria al trattenimento, sette per riconoscimento della protezione internazionale e altre per motivi diversi, come il trasferimento in altri Centri o la sospensiva del decreto di espulsione.