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Stati Uniti-Corea del Sud, lancio di missili: risposta a Pyongyang. E il Pentagono ammette: "Ci possono colpire"

Stati Uniti e Corea del Sud rispondono al regime comunista di Pyongyang. Dopo il lancio di un missile balistico intercontinentale da parte della Corea del Nord - vettore in grado di colpire l'Alaska -, dalle basi Usa e sudcoreane situate proprio in Corea del Sud, sono stati lanciati alcuni missili di precisione in acque territoriali di Seul. La notizia è stata riferita da autorità militari statunitensi: l'ottavo battaglione di stanza nell'area ha riferito che il lancio di missili è stata una risposta diretta al lancio nordcoreano, una prova di forza volta a dimostrare il sostegno statunitense all'alleato sudcoreano. La guerra, dunque, è sempre più vicina. Dopo l'ultimo test orchestrato da Kim Jong-un, gli Stati Uniti hanno chiesto al Consiglio di sicurezza Onu una riunione d'emergenza. Il punto è che per la prima volta anche Washington ha ammesso che il regime comunista ha utilizzato un missile in grado di colpire gli Stati Uniti. "Hanno usato un missile intercontinentale", ha affermato chiaro e tondo il Pentagono. Una svolta, dunque, che gli stessi americani sono stati costretti a riconoscere. Tanto che anche Rex Tillerson, il segretario di Stato a stelle e strisce, ha invocato una "azione globale" contro il regime di Pyongyang. "Ogni Paese - ha affermato Tillerson - deve dimostrare che la Corea del Nord subirà delle conseguenze". Un chiaro riferimento alla Cina, accusata neppur troppo velatamente di fare poco e nulla contro la Corea del Nord.

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