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Riforma Pa, il Tar Abruzzo dà ragione a un forestale: la legge rischia l'incostituzionalità

Giovanni Ruggiero
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Aver accorpato il corpo dei forestali in quello dell'Arma dei carabinieri è un atto incostituzionale. La riforma voluta dal ministro della Pubblica amministrazione, Marianna Madia, rischia di essere spazzata via dall'ordinanza del Tar dell'Abruzzo dello scorso 9 giugno, pubblicata ieri. Ai giudici amministrativi si era rivolto il vice-sovrintendente Vincenzo Cesetti, oltre a 200 ricorrenti, che doveva essere trasferito come tutti i suoi tremila colleghi dai fortestali ai carabinieri. I giudici hanno respinto la richiesta di annullare la legge Madia, ma ne hanno rilevato fondati i motivi di incostituzionalità presentati dal ricorrente e ha trasmesso gli atti alla Corte costituzionale per il giudizio di merito. Secondo i giudici, la legge Madia avrebbe violato "gli articoli 2 e 4 della Costituzione, e in particolare l'articolo 2, laddove non è stato rispettato il principio di autodeterminazione del personale del Corpo forestale nel consentire le limitazioni, all'esercizio di alcuni diritti costituzionali, derivanti dall'assunzione non pienamente volontaria dello status di militare; e dell'articolo 4, laddove il rapporto di impiego e di servizio appare radicalmente mutato con l'assunzione dello status di militare, pur in mancanza di una scelta pienamente libera e volontaria da parte del medesimo personale del Corpo forestale". I giudici, riporta il Fatto quotidiano, hanno sottolineato anche la "violazione degli articoli 76 e 77 comma 1 della Costituzione, laddove, in contrasto con la precedente tradizione normativa e quindi con i principi e criteri direttivi di delegazione, non è stato consentito al personale del disciolto Corpo Forestale di scegliere di transitare in altra Forza di Polizia ad ordinamento civile”.

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