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Boldrini, Mogherini e Bonino, le nemiche italiane della ragazza senza velo che vuole liberare le iraniane

Giulio Bucchi
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La giovane iraniana arrestata perché ha osato protestare in piazza senza indossare l'hijab, il velo islamico che lascia scoperto il volto, ha fatto il giro del mondo diventando il simbolo della rivolta contro il regime teocratico di Teheran. Eppure, caso strano, in Italia è passata inosservata o quasi a quelle stesse donne prontissime a condannare giustamente ogni violenza ai danni delle donne. È il caso per esempio di Laura Boldrini, o di Federica Mogherini, o di Emma Bonino. Sarà forse perché la presidente della Camera e soprattutto le due ex ministre degli Esteri (oggi la Mogherini è addirittura la rappresentante dell'Unione europea nel mondo) quando si tratta di equilibri internazionali perdono la loro carica polemica? Non una parola hanno speso per condannare la repressione di quello stesso regime che hanno visitato (Bonino e Mogherini), stringendo mani e scattando foto con entusiasmo. Con il velo ben calato in testa, nel pieno rispetto dell'islam (la Boldrini per la verità lo ha fatto a Roma, quando ha visitato la Grande Moschea). Strano, non c'è che dire. Da chi dice di difendere la libertà delle donne contro l'oppressore e il violento (uomo o Potere, non farebbe differenza), anche se islamico o Stato con cui fare affari miliardari (specie dopo la sospensione delle sanzioni), ci saremmo aspettati un po' più di coraggio.

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