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Tre mesi di lavoro in piùper poter andare in pensione

Elsa Fornero

Dal 2013 scatta l'adeguamento alle speranze di vita: in azienda almeno altri 90 giorni per un vitalizio più leggero del 3%. La Fornero ai partiti: "Non toccate la riforma"

Andrea Tempestini
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"Agganciamento alle speranze di vita. Questo il grimaldello per “sgraffignare” agli italiani 3 mesi di lavoro in più. Un  meccanismo diabolico che traina (o frena) l'accesso alla pensione con qualche mese di ritardo. Non che la notizia sia inedita. Da quando il governo Monti - in fretta e furia per saziare la verve riformista di Bruxelles - ha messo mano al sistema pensionistico, si sa che le pensioni non si maturano più ad una certa scadenza (tanti anni di contributi, sommati a tot anni di età anagrafica), ma si deve tener conto anche del parametro Istat sulle aspettative di vita. E visto che i progressi della scienza ci aiutano a campare di più, si è pensato bene di tenerci inchiodati alla scrivania per qualche mese in aggiunta", spiega Antonio Castro su Libero in edicola oggi. Già, come se non bastassero tasse, imposte, balzelli, disastri e assegni più leggeri i professori ci inchiodano alla scrivani, per la precisione per altri tre mesi. L'adeguamento alle speranze di vita scatta infatti nel 2013: dovremo stare in azienda almeno altri 90 giorni. E per ottenere cosa? Un vitalizio più leggero del 3 per cento. E il ministro Elsa Fornero, a chi vuole modificare la riforma della previdenza, risponde che è impossibile, "sarebbe un disastro". Leggi l'approfondimento su Libero in edicola oggi, martedì 9 ottobre

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