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Rivolta dei rom, rogo in autostrada: bloccato il rientro dei vacanzieri

Matteo Legnani
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La A1 è l' autostrada che congiunge Parigi e Lilla, nonché uno dei tratti più frequentati d' Europa. Ma per due giorni, l'«autostrada del Nord», come è chiamata qui in Francia, è rimasta bloccata, creando enormi disagi ai lavoratori che la percorrono quotidianamente e soprattutto ai migliaia di turisti parigini che rientravano dalle vacanze nel weekend più caotico dell' anno per il traffico autostradale. Un maxi incidente? Una frana? Un improvviso cedimento di un pilone sull' autostrada? Niente di tutto ciò ha costretto i lavoratori e i vacanzieri a rimanere intrappolati nelle loro auto per quasi ventiquattro ore. A bloccare nei due sensi di marcia l' arteria autostradale all' altezza di Roye, nella Somme, a 60 chilometri a nord di Parigi, è stata invece la rivolta di una famiglia locale di nomadi, che, quattro giorni dopo la sparatoria consumatasi nel loro campo, costata la vita a quattro persone, ha chiesto alle autorità francesi che un giovane della loro comunità, arrestato per furti e violenze, potesse essere liberato per assistere lunedì ai funerali del padre. E in che modo lo hanno chiesto? Incendiando pneumatici e cartelli autostradali, e alimentando il fuoco, che ha rapidamente coperto le sei corsie, con montagne di spazzatura e alberi tagliati. La protesta, iniziata venerdì sera, è durata fino a ieri in tardi mattinata, ossia fino a quando, cedendo al ricatto dei nomadi, la Corte d' appello di Amiens ha autorizzato la liberazione del giovane per assistere domani, sotto scorta, ai funerali del padre ammazzato durante la sparatoria. «La Corte ha autorizzato l' uscita sotto scorta dalle 8:00 alle 18:00» del figlio incarcerato, così come di suo cugino in prigione «per le stesse ragioni», ha affermato ieri Rodolphe Juy-Birmann, segretario generale della procura. La sparatoria, durante la quale oltre al padre del 26enne che sta attualmente scontando una pena di quattro anni, sono stati uccisi un gendarme, una donna e un bambino di pochi mesi, ha avuto luogo martedì pomeriggio. Il movente che ha spinto l' uomo, probabilmente ubriaco, ad aprire il fuoco contro altri nomadi della sua comunità non è ancora chiaro, ma gli inquirenti hanno messo in cima alle ipotesi un regolamento di conti. Il ministro dell' Interno, Bernard Cazeneuve, si è recato martedì sera all' ospedale universitario di Amiens, deplorando «la violenza ordinaria, inaccettabile e abietta» all' origine del dramma, mentre il presidente della Repubblica, François Hollande, ha salutato «il coraggio degli agenti della gendarmeria». Ora, però, tanto il ministro quanto il capo di Stato dovranno anche rispondere alle numerose questioni che pioveranno nei prossimi giorni sulla resa di Parigi alle richieste dei nomadi. I sessanta rom della comunità di Roye, che avevano occupato l' autostrada, se ne sono andati progressivamente a partire da mezzogiorno, permettendo l' intervento dei pompieri che hanno sgomberato le macerie e provveduto a riparare i tratti danneggiati per garantire nel primo pomeriggio la riapertura di una corsia. Ma i danni causati all' asfalto erano così gravi che per il ritorno alla normalità si è dovuto attendere fino alle 21:00 (con chilometri di coda per tutta la giornata). «Les gens du voyage», come li chiamano qui in Francia per non sfuggire al dogma del politicamente corretto, hanno sottomesso la République alla loro legge, e a pagare per gli ingenti danni causati saranno naturalmente i contribuenti. Anche la Francia, insomma, ha i suoi «Casamonica». E chissà, se i giornaloni francesi che si erano scatenati con prime pagine gridate e titoli pomposi sui funerali dei Casamonica a Roma, dedicheranno con altrettanta solerzia approfondimenti dettagliati sul patto tra nomadi e Stato francese. La strage -  Nel pomeriggio del 25 agosto, in un campo nomadi di Roye, vicino alla città francese di Amiens, un uomo ha sparato uccidendo quattro persone, tra le quali un bimbo di sei mesi e un agente di polizia intervenuto sul posto dopo una prima sparatoria. L' assassino è stato ferito e arrestato. Anche lui è uno zingaro; avrebbe sparato per un regolamento di conti dopo una lite nel campo. Tensione - La situazione nel campo è rimasta tesa anche nei giorni successivi: l' emittente «France 3 Picardie» ha raccontato che alcuni giornalisti, tra cui un loro operatore e un cronista del «Courrier Picard», sono stati insultati e spintonati da alcuni giovani nomadi e sono stati costretti ad allontanarsi rapidamente dalla zona. Il blocco - Nella notte di venerdì 28 agosto, una sessantina di occupanti dell' accampamento hanno bloccato con barricate e roghi di pneumatici l' autostrada A1, provocando un ingorgo spaventoso. Era infatti in corso il rientro dalle vacanze dei francesi e di molti turisti (specie inglesi diretti a Nord). La circolazione è rimasta interrotta in entrambi i sensi di marcia e migliaia di vacanzieri hanno trascorso una notte da incubo. Solo nella tarda serata di ieri, la circolazione è tornata alla normalità. La resa - I nomadi, che avevano acceso fuochi di dimensioni enormi sull' asfalto, chiedevano che il figlio di una delle vittime della sparatoria, arrestato per furto e violenze, potesse assistere ai funerali del padre, scortato dalla polizia. La Corte d' appello francese ha acconsentito. Per fortuna i francesi ridevano dei Casamonica... di Mauro Zanon

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