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Emmanuel Macron, il politologo Stéphane Rozès: "Prometteva sovranità ma poi ha obbedito a Bruxelles"

Cristina Agostini
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"Quando è stato eletto, uno degli impegni presi dal presidente è stato restaurare la sovranità nazionale. Lui voleva rimettere il Paese in marcia". Stéphane Rozès, politologo, presidente di Cap, docente a Parigi di Sciences Po e di Hec, in una intervista a La Stampa, spiega che "proprio i francesi, anche quando consideravano le riforme dolorose o ingiuste, non hanno aderito ai movimenti di protesta: le ritenevano necessarie per recuperare la sovranità". Leggi anche: Macron, un premier ridicolo. Non si vuole dimettere, ma...ecco che testa farà saltare Ora invece è scoppiata la rabbia dei gilet gialli, perché, "a maggio, quando Emmanuel Macron e Angela Merkel si sono incontrati ad Aquisgrana, lui in sostanza le ha detto: Io le riforme le ho fatte, adesso rifacciamo l'Europa. Ma lei si è negata. Dopo c'è stato l'affaire Benalla, ma i problemi di Macron con i francesi sono nati ad Aquisgrana". Il caro-benzina "si è cercato di giustificare con l'ecologia. Ma era chiaro che gli alti funzionari del ministero dell'Economia, che sono tecnocrati e basta, cercavano soldi per mantenere il deficit pubblico sotto il 3% del Pil, come richiesto da Bruxelles". Insomma, i francesi sono delusi: "La sensazione per tanti che non riescono ad arrivare alla fine del mese di subire un'ingiustizia non solo sociale, ma anche in relazione alla promessa di rilanciare la sovranità nazionale. Insomma, questi soldi che paghiamo (e mentre ai più ricchi Macron aveva tolto la patrimoniale) non servono a rilanciare il modello francese, ma solo a ubbidire a ordini esterni. Lo pensano direttamente i gilet gialli ma anche il 73% della popolazione che, nonostante le violenze di alcuni di loro, li appoggiano ancora, secondo l'ultimo sondaggio".  

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