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Regina Elisabetta e il razzismo, nuovi documenti scottanti: "Il cavillo sugli immigrati", Harry e Meghan avevano ragione?

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La questione del razzismo in seno alla famiglia reale è tornato d’attualità per via di un’inchiesta del The Guardian, che è entrato in possesso di alcuni documenti scottanti provenienti dagli archivi governativi britannici. “I lavori impiegatizi non sono destinati a immigrati di colore o stranieri”, si legge in uno dei testi redatti alla fine degli anni sessanta. Gli immigrati quindi non sarebbero stati lavoratori graditi a palazzo: potevano essere assunti, ma solo per ricoprire ruoli secondari, come quelli di servizio. 

 

 

Va detto in difesa della famiglia reale che tali documenti non mostrano che ciò sia avvenuto con continuità nel corso degli anni: stando però a quanto riportato dal The Guardian, nei decenni successivi la corte avrebbe aggirato una serie di leggi contro le discriminazioni razionali. La regina Elisabetta, infatti, sarebbe stata esentata per più di quarant’anni dal seguirle grazie a un cavillo: chi era residente nel Regno Unito da meno di cinque anni non poteva ricoprire ruoli importanti nella gestione del palazzo. 

 

 

Stavolta la replica della famiglia reale è stata netta e tempestiva: “le accuse sulla base di un resoconto di seconda mano di conversazioni di oltre 50 anni fa non dovrebbero essere usate per trarre o dedurre conclusioni su fatti o azioni odierne. La famiglia reale e il sovrano rispettano i requisiti dell’Equality Act in principio e in pratica”. Sarà davvero così? I sudditi ne parlano, dopo che anche dal principe Harry e da Meghan Markle sono piovute accuse di razzismo nei confronti di un non meglio precisato membro della famiglia reale. 

 

 

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