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Immigrazione, Alfano vede la Malmstroem: "Frontex plus al posto di Mare Nostrum, le navi degli scafisti verranno distrutte"

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Giulio Bucchi
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"L'operazione Frontex plus, che incorpora due operazioni esistenti, le ampia e le rafforza e costituirà un presidio per la frontiera dell'Europa più ampio. Inoltre, le barche usate trafficanti saranno distrutte perché vengono riutilizzate". Sono questi, secondo il ministro degli Interni Angelino Alfano, i "due risultati concreti" ottenuti dall'Italia nella riunione di oggi a Bruxelles con la commissaria Ue agli Affari Interni Cecilia Malmstroem che sulla carta avrebbe dovuto decretare una svolta sulla lotta all'immigrazione clandestina e bloccare le stragi di migranti nel Mediterraneo. Sempre sulla carta, sarebbe dovuta essere posta la parola fine alla discussa e inefficace missione Mare Nostrum. Alfano, però, non ha avuto la forza (né forse la volontà) di sbattere i pugni sul tavolo. E così le promesse europee sembrano non cambiare di una virgola la situazione, drammatica, al largo delle coste italiane. La grana resta in mano all'Italia - La Malmstroem ha avuto il buongusto di riconoscere come l'Italia abbia fatto "un immenso lavoro, salvando migliaia di persone". Di fronte a oltre 100mila migranti sbarcati da gennaio a oggi e 1.889 morti (fonte Onu), "è uno sforzo che l'Italia non può compiere da sola". "Mare Nostrum - è stata una risposta ai terribili eventi di Lampedusa dello scorso ottobre (un naufragio che provocò 366 morti, ndr), era un'operazione di emergenza". Durata, però, quasi un anno. Per questo, ha continuato la Malmstroem, "aspetto che tutti gli Stati membri contribuiscano" e "personalmente farò tutto quello che è in mio potere per assicurare che tutti gli Stati membri possano dare assistenza a Frontex". "Dei 28 Stati membri dell'Unione europea solo 10 accettano profughi in cifre importanti. Spero che l'Italia, anche come presidenza dell'Ue, possa spingere per trovare più fondi per il bilancio Frontex". Insomma, la patata bollente in un modo o nell'altro è sempre nelle mani del governo italiano.  

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