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Impiegato di giorno, escort di notte: licenziato ma la Cassazione ordina il reintegro

Gian Marco Crevatin
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Impiegato di giorno, richiestissimo escort di notte. La dissoluta doppia vita di un dipendente statale della provincia di Verbano-Cusio-Ossolade una volta scoperta dai datori di lavoro, gli era costata il licenziamento. Così l'uomo aveva fatto ricorso in Cassazione e la Suprema Corte gli aveva dato ragione ordinando il reintegro. Il motivo? Semplice, la pubblica amministrazione non può raccogliere su Internet informazioni sulla vita sessuale dei suoi dipendenti, valutandone cosi se il loro comportamento meriti o meno il licenziamento. Privacy sacra - I supremi giudici hanno infatti accolto il ricorso del Garante per la Protezione dei Dati Personali contro la Provincia piemontese che, dal tribunale di Verbania, nel giugno 2012, aveva ottenuto il licenziamento di un impiegato che si prostituiva con annunci su siti per escort. Si tratta infatti di dati supersensibili, protetti dalla legge sulla privacy: lo sottolinea la Cassazione annullando del tutto il licenziamento dell'impiegato destituito perché si prostituiva a pagamento proprio percè scoperto scovando gli annunci che l'impiegato aveva divulgato, suo malgrado, sul web.

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