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Bankitalia, le fughe d'amore e le lune di miele pagate ai dipendenti

Ogni primavera Palazzo Koch regala a dirigenti e loro consorti due giorni di lusso per partecipare all'assemblea annuale: 5 ore ad applaudire il governatore, poi cenette romantiche e notti a 5 stelle

Giulio Bucchi
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La Banca di Italia offre una vacanzina romana alle consorti dei propri dirigenti delle varie filiali ogni anno in occasione dell'assemblea annuale dell'istituto. La gentile offerta dell'istituto viene estesa anche ai dipendenti con il grado di direttore o superiore andati in pensione negli ultimi dodici mesi. Il particolare trattamento emerge da un memorandum interno all'istituto di cui Libero è venuto in possesso dove si elencano alcune particolari facilitazioni concesse ai propri dirigenti. Per l'assemblea annuale i vari capi delle filiali e il personale apicale non di stanza a Roma è normalmente invitato ad assistere in sala separata alle Considerazioni finali del Governatore per l'assemblea di fine maggio. Quella mattina naturalmente debbono presenziare all'assemblea, e il pomeriggio tornano a palazzo Koch per assistere un paio d'ore a un'analisi del discorso del Governatore (è accaduto anche quest'anno dopo le considerazioni di Vincenzo Visco). Per l'occasione tutti hanno due opzioni a spese della banca: venire a Roma in servizio da soli, facendosi pagare il trattamento di missione previsto, oppure farsi accompagnare dalla gentile consorte e soggiornare nella capitale due notti interamente spesati dalla banca centrale. Compilando un apposito modulo il dirigente locale e la signora hanno diritto a dormire due notti in una camera di albergo matrimoniale spendendo fino a 364 euro (il tetto pro capite giornaliero per ciascuno dei coniugi è infatti di 182 euro), e di cenare a lume di candela nei migliori ristoranti della capitale. Anche in questo caso il tetto di rimborso è piuttosto generoso: la banca assicura per ogni giornata ai coniugi 276 euro da dividersi fra pranzo e cena (il tetto di rimborso pro capite per ogni pasto sia per il dirigente che per la gentile consorte è infatti di 69 euro). Sono a carico della banca centrale tutte le spese di trasporto del dirigente e della signora per raggiungere Roma dalle varie province, comprese quelle per i taxi utilizzati per spostarsi durante la visita prolungata nella capitale. È previsto anche un forfait per il rimborso di spese non documentate di 30,98 euro al giorno per la coppia. La due giorni nella capitale dei dirigenti accompagnati dalla consorte costa dunque alla Banca di Italia per ciascuna coppia 1.341,96 euro, oltre ai due biglietti di andata ritorno in aereo o in treno e il rimborso dei taxi utilizzati a Roma. In tutto un benefit che supera i 2 mila euro (il costo viene infatti lordizzato dalla banca centrale) per i dirigenti in servizio che alla fine debbono trascorrere in tutto 4-5 ore a palazzo Koch. Il benefit viene esteso al 50% (viene rimborsata una sola notte) anche a tutti i dirigenti che sono andati in pensione nei 12 mesi precedenti all'assemblea annuale della banca centrale. Un trattamento che fa capire bene la diversità della banca centrale italiana, e forse l'inutilità della discussione anche animata sulla sua natura privata o pubblica e sulle eventuali conseguenze che su questo potrebbe avere il decreto del governo di Enrico Letta sulla rivalutazione delle quote del capitale dell'istituto governato da Visco. Né nel settore privato, né in quello pubblico nell'anno 2013 è possibile infatti trovare benefit di questa natura per i propri dirigenti. Molte regole interne all'ordinamento del personale - a cominciare da quella progressione nelle carriere di cui in più occasioni si è riferito su Libero - sembrano ispirarsi a tempi della Belle Epoque più che alla contemporaneità del mondo globalizzato. E sudano le loro sette camicie sia il Governatore, Vincenzo Visco che il direttore generale Salvatore Rossi per cercare di cambiarle fra mille resistenze di sindacati abituati a una sorta di co-gestione e diritto di veto che ha similitudine forse solo nelle banche popolari.  La vacanza-premio annuale si aggiunge infatti ai piani un po' stile Unione Sovietica di promozioni e assunzioni che la Banca fa addirittura un anno per l'altro. Nel 2014 ad esempio sono già previste (e annunciate via circolare) 393 promozioni di grado nella struttura e 155 nuove assunzioni che si aggiungono alle 151 già autorizzate in precedenti cicli di programmazione. Le promozioni per altro sono diventate anche la scappatoia per la banca dai blocchi di stipendio che il governo più che suggerire, ha imposto a via Nazionale. E infatti riguardano ogni categoria di personale: dirigenti, impiegati e perfino operai per cui esiste il gossplan delle promozioni. Insieme a quel piano la banca centrale aveva anche approvato un nuovo decalogo di regole per i trasferimenti di sede dei propri dirigenti: se hanno famiglia avranno diritto a un premio di trasferimento del valore di un anno di stipendio (50% subito, 30% dopo sei mesi e 20% al compimento di un anno). Se sono single, hanno diritto al 70% di uno stipendio annuale extra: 35% subito, poi il 20% e infine il 15%. Nell'uno e nell'altro caso ci sarà un aumento pari al 10% dello stipendio annuale in caso di trasferimenti in Sicilia o in Sardegna o a più di 800 km dalla residenza precedente.  Chissà se a ispirare questi generosi benefit per la vacanzina romana annuale dei coniugi relegati nelle province dell'impero è stata quella tendenza alla claque recentemente emersa nella precettazione via mail di tutti i dipendenti della filiale Bankitalia di Brescia per la presentazione in un'aula universitaria dell'ultimo libro scritto dal direttore generale. Libero il 23 ottobre pubblicò quelle «disposizioni di servizio» (a dire il vero di «disservizio»), che furono revocate all'istante dal direttore generale Rossi fino a quel momento ignaro. Deve essere gran fatica rivoluzionare quelle abitudini da vecchio impero...  di Franco Bechis

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