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Viviana Parisi, la criminologa Bruzzone: "Era in un tunnel psicotico, pensava solo al suo piano di morte"

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“Quando avviene l’incidente lei è in una sorta di tunnel psicotico. Ecco perché non si ferma, non chiede aiuto. L’unico pensiero è portare a termine il suo piano di morte”. È l’analisi accurata della criminologa Roberta Bruzzone in merito al giallo di Caronia, riguardante la morte di Viviana Parisi e del figlio Gioele Mondello. L’ipotesi più accreditata è che si sia trattato di omicidio-suicidio, anche se la famiglia si rifiuta di crederci, sostenendo che la dj 43enne non avrebbe mai fatto del male al suo bambino di 4 anni.

La Bruzzone parla invece di un piano di morte: “Per lei e per sottrarre l’amato bimbo a un ineludibile destino di dolore, di separazione. Ciò che ha ucciso Viviana e Gioele è scritto nei certificati che lei teneva nel cruscotto dell’auto”. Che si sia trattato o meno di un omicidio-suicidio, per la criminologa è comunque possibile affermare che “le condizioni di disagio di Viviana erano piuttosto significative anche nel giugno scorso”. Forse la donna voleva evitare al figlio una dolorosa separazione: “Lo scenario generale - scrive la Bruzzone su Giallo - sembra assumere contorni sempre più chiari che portano a privilegiare l’ipotesi dell’omicidio-suicidio. Dello stesso avviso sembra essere la Procura, secondo cui le ferite sul corpo di Viviana sarebbero compatibili con un salto volontario dal traliccio”. 

 

 

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