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Reddito di cittadinanza, l'ultimo scandalo: 800 euro in Italia e 1.300 dall'estero. Vergogna-M5s, ecco chi raddoppia il sussidio

Massimo Sanvito
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E noi che ci lamentiamo di chi prende il reddito di cittadinanza perché non vuole lavorare... Principianti. Perché l'asticella si è già alzata parecchio e i professionisti della truffa sono andati oltre ogni umana decenza. Un sussidio mica basta, meglio farsene dare due. Sia mai che 800 euro per stare sul divano dalla mattina alla siano troppo pochi. E così c'è un esercito di mille siciliani sparsi tra Belgio, Germania e Olanda che ruba soldi sia all'Italia che a al paese in cui vive. Seguono a ruota campani, pugliesi e sardi: tutti col vizio di incassare denaro che non gli spetta. Ne abbiamo viste di tutti i colori in questi due annidi mancia grillina per i fannulloni, dallo spacciatore di eroina all'ex brigatista, dal mafioso all'assassino, ma il doppio reddito di cittadinanza, francamente, ci mancava.

Veniamo alla cronaca. A raccontarlo sono loro stessi, i protagonisti senza vergogna di questo autentico furto. Francesco, appena 24 anni, catanese, in Sicilia lavorava in nero come muratore, cameriere, magazziniere, insomma tutto ciò che capitava. E ovviamente beccava il sussidio. Il ragazzo tiene famiglia e deve arrivare a fine mese, la litania è sempre quella. Poi, la svolta. Il salto di qualità nell'imbroglio. All'edizione palermitana di Repubblica racconta: «Ho saputo da un mio cugino alla lontana che viveva a Liegi che in Belgio avrei potuto prendere un secondo reddito di cittadinanza. Mi bastava raggiungerlo lì. Quando a giugno del 2020 è tornata la possibilità di viaggiare è stata la prima cosa che ho fatto e già dopo alcuni mesi avevo il sussidio belga, e un lavoro a nero come lavapiatti in una brasserie italo-belga». Hai capito che colpo? Ma non è mica l'unico, anzi. «Ce ne sono migliaia di siciliani che fanno in questo modo, non sarò il primo né l'ultimo». Luigi, agrigentino, fa il pizzaiolo a Berlino: «Contratto regolare, 3.500 euro al mese. E il reddito di cittadinanza in Italia».

 

 

Pure? E certo. Ma come funziona il raggiro? Premessa: il reddito di cittadinanza è legato alla residenza e a una condizione economica non delle migliori. Ovviamente, per legge, la residenza la si può avere in una sola città, proprio per evitare che gli aiuti statali siano concessi più volte alla stessa persona. E infatti l'inghippo sta qui. Perché chi si trasferisce all'estero è obbligato a iscrivere la propria residenza all'Aire, l'Anagrafe degli italiani residenti all'estero, un adempimento che ovviamente comporta la cancellazione nel Comune italiano. L'iscrizione all'Aire, anche se obbligatoria, deve essere comunicata perché non è soggetta a controlli e non sono previste nemmeno multe. Per cui, i mille furbetti siciliani in questione si sono iscritti all'Aire ma non l'hanno detto a nessuno. Ergo: risultano ancora residenti in Italia e allo stesso tempo anche residenti in Belgio, senza che nessuno dei due paesi lo sappia. A Bruxelles e dintorni il reddito può arrivare anche a 1.300 euro, che sommati ai quasi 800 di casa nostra fanno un bel gruzzoletto. Se poi uno si arrangia anche con qualche lavoretto in nero...

 

 

Intanto, giusto ieri e sempre in Sicilia, i Carabinieri di Messina e del Nucleo Ispettorato del Lavoro hanno denunciato 102 persone accusate di aver percepito indebitamente il reddito grillino per un totale di 642.000 euro. Mica bruscolini. Sono finiti sotto la lente d'ingrandimento della Procura di Messina 32 uomini e 30 donne, mentre 19 persone (14 uomini e 5 donne) sono state segnalate alla Procura di Barcellona Pozzo di Gotto, diretta da Emanuele Crescenti, e in 21 (15 uomini e 6 donne) sono stati segnalati alla Procura della Repubblica di Patti, diretta da Angelo Vittorio Cavallo. E anche in questo caso c'è del marcio, perché in molti casi si tratta di balordi sottoposti a misure cautelari che guarda caso si erano dimenticati di informare l'Inps (che ha attivato le procedure di sospensione e revoca del sussidio) dei provvedimenti a loro carico. Altri ancora avevano avevano dichiarato il falso, dicendo di risiedere in Italia da almeno 10 anni anche se non era vero, oppure mentendo sul numero dei membri delloro nucleo familiare. Postilla doverosa: quei mille siciliani che truffano sia l'Italia che il Belgio, sporcando il nome del nostro Paese, sono la netta minoranza rispetto ai 100.000 connazionali che vivono lì. Gli altri 99.000, come le altre migliaia di italiani all'estero, sono persone perbene che hanno cercato, e trovato, fortuna altrove. 

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